Sabato 31 Maggio è la Giornata Nazionale della donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule, un evento per ricordare che grazie alla generosità dei donatori e ai progressi della medicina per molte persone gravemente malate rifiorisce la salute e la vita continua, perché la scienza medica è trait d'union dalla solidarietà alla vita.
Ma che cosa è veramente un trapianto? Come avviene il percorso? Chi sono i protagonisti di questo "miracolo" scientifico?
Per capire questo difficile e complicato processo ne abbiamo parlato con la dr.ssa Lorenza Ridolfi, direttore del Centro Riferimento Trapianti dell'emilia-romagna, che ha sede presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.
Dr.ssa Ridolfi, che cosa è il CRT-ER?
Il Centro di Riferimento Trapianti dell'Emilia-Romagna (CRT-ER) è l'organizzazione che coordina il complesso processo di donazione, prelievo e trapianto di organi, tessuti, e cellule in collaborazione con le Aziende Sanitarie della regione, garantendo sia il rispetto dei diritti del donatore ma anche quello dei pazienti iscritti in lista di attesa per un trapianto e dei rispettivi familiari, oltre a garantire la sicurezza e la qualità degli organi donati.
Il percorso della donazione inizia in un reparto di rianimazione. Cosa succede quando un paziente ricoverato in rianimazione muore?
È obbligo del medico di guardia informare subito la direzione sanitaria dell'ospedale perché secondo le norme di legge, convochi una commissione di 3 specialisti, rianimatore, neurologo e medico legale, per dare inizio all'accertamento della morte encefalica, che dura 6 ore, durante le quali vengono seguiti una serie di visite e di esami clinici e strumentali prima di dichiarare l'avvenuto decesso e sospendere definitivamente l'assistenza. È durante questo periodo di tempo che deve essere valutato se il paziente potrebbe essere un potenziale donatore di organi e tessuti.
Una volta iniziata l'osservazione di morte encefalica cosa avviene?
Arriva al CRT-ER una telefonata che segnala la possibilità di una potenziale donazione; il medico coordinatore di guardia per prima cosa consulta il Sistema Informatico Nazionale per verificare se il potenziale donatore ha espresso in vita la propria volontà di donare e inoltra il verbale con il risultato della ricerca(positiva, negativa o non manifestata) alla rianimazione interessata.
Quanto è importante che le persone abbiano espresso in vita la volontà di essere donatore?
E' importantissimo perché questo evita ai parenti di dover decidere senza conoscere la volontà del loro congiunto in un momento di grande dolore in cui è difficile prendere decisioni. E' a questo punto che il medico coordinatore locale alle donazioni, medico dell'ospedale dove la persona è deceduta, informa i parenti del potenziale donatore e, nel caso che non si sia ritrovata una espressione di volontà nel registro nazionale, chiede loro se siano a conoscenza dell'esistenza di altri documenti attestanti la volontà del congiunto, come la donor card o l' iscrizione all'AIDO;in assenza di espressione della volontà chiede ai parenti aventi diritto di esprimere il proprio parere sulla possibilità di prelevare gli organi e i tessuti ai fini di trapianto.
Se la persona deceduta aveva manifestato la volontà positiva e comunque i congiunti non si sono opposti?
Se non viene espresso parere contrario da parte dei congiunti, si può procedere a valutare sia l'idoneità sanitaria del donatore sia la qualità degli organi e dei tessuti da prelevare.
Si passa quindi alla fase di acquisizione dei dati anamnestici, clinici e strumentali necessari per poter escludere la presenza di patologie potenzialmente trasmissibili (infezioni e neoplasie) e alla tipizzazione HLA, che potremmo definire la nostra carta d'identità immunologica, che è l'esame più importante per arrivare alla scelta del migliore ricevente tra quelli iscritti in lista d'attesa. È infatti fondamentale che le probabilità di rigetto siano le più basse possibili, per onorare al massimo il dono e permettere che la nuova vita dei trapiantati sia la più lunga e sana possibile. Si provvede quindi a inviare i campioni ematici del potenziale donatore al servizio di Immunogenetica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, dove questo esame è centralizzato per tutti i potenziali donatori della regione. Il 118 Bologna Soccorso, su indicazione del CRT-ER, effettua tutti i trasporti legati alle donazioni e ai trapianti in Emilia-Romagna.
Quali altre procedure di sicurezza vengono svolte?
Il Servizio Trasfusionale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna conserva altri campioni ematici del donatore, che potranno eventualmente servire a garanzia della salute delle persone trapiantate, e il servizio di Microbiologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna esegue, sempre sul sangue del potenziale donatore, esami approfonditi per assicurarne la sicurezza infettivologica. Per escludere la presenza di neoplasie è stata predisposta una check-list, suddivisa in due parti: la prima viene compilata dal Coordinatore locale aziendale che ha raccolto l'anamnesi ed effettuato l'esame obiettivo, la seconda è di pertinenza del chirurgo prelevatore che certifica, in base all'accurata ispezione durante l'intervento di prelievo degli organi, l'esclusione di lesioni sospette. Qualora si identifichino durante il prelievo degli organi eventuali lesioni sospette, il CRT-ER attiva la Diagnostica Istopatologica e Molecolare dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, dove i medici anatomopatologi, -anche loro, come tutta la rete dei trapianti, reperibili 24/24 ore-, i quali valutano le biopsie per escludere la presenza di neoplasie trasmissibili.
E poi?
A questo punto avviene la scelta dei malati da trapiantare, tra quelli iscritti in lista di attesa, per ognuno degli organi giudicati idonei, nella maggior parte dei casi sono pazienti iscritti presso i centri trapianto della nostra regione. Tale azione segue precise regole che sono state condivise dalla rete regionale, nel rispetto delle Linee Guida nazionali e regionali e nella più completa trasparenza e imparzialità. Gli organi donati possono essere trapianti anche fuori regione nei casi previsti dai programmi nazionali: 1) se il donatore è un bambino, i suoi organi vanno ad atri bambini, i più compatibili con il donatore, che sono iscritti in un'unica lista d'attesa nazionale; 2) se in Italia è operativa un'urgenza, l'organo viene offerto al centro trapianti che ha in cura il malato.
A questo punto si parte?
Esatto: si organizzano i trasporti delle equipe chirurgiche verso le sedi donative e vanno allertati i professionisti delle sale operatorie dove verranno eseguiti i trapianti. Contemporaneamente nei centri trapianti si preparano per l'intervento i pazienti che nel frattempo sono stati contattati e hanno raggiunto l'ospedale interessato.
A facilitare il buon esito di questo convulso lavoro con così poco tempo a disposizione, è la rete informatica protetta regionale, dove tutti gli addetti seguono in tempo reale l'evoluzione del coordinamento della donazione.
Quale è il segreto del successo di un trapianto?
In sintesi, perché le donazioni si trasformino in trapianti e abbiano successo è indispensabile che ogni singolo componente della filiera lavori al massimo, nonostante le condizioni straordinarie in cui si svolge il processo: in ore notturne, in giorni festivi, , ... tutto il possibile viene attuato per onorare la sensibilità di chi ha donato e permettere il ritorno alla vita dei pazienti trapiantati.
Qualche informazione statistica? C'è un limite di età per essere donatori? Quale è l'età media dei donatori?
Non esiste il limite massimo di età per essere donatore di fegato: sono stati prelevati e trapiantati con successo anche organi di grandi anziani, intendo persone con più di 90 anni!! Anche i reni vengono valutati in donatori ultrasettantenni, con valutazione bioptica che sancisca le buone possibilità di funzione nel trapiantato. Abbiamo un programma speciale anche per valutare in modo raffinato la donazione del cuore fino ai 65 anni, attraverso la somministrazione di un farmaco che fa capire quale sarà la funzionalità di questo muscolo dopo il trapianto.
Come concludiamo questa chiacchierata?
Onorando la memoria delle migliaia di donatori della nostra regione e delle loro famiglie, non dimenticando inoltre il ruolo del volontariato del settore che tanto contribuisce al successo del percorso di donazione e trapianto. Anche i tessuti donati sono molto preziosi, dopo essere stati valutati dalle rispettive banche regionali saranno a disposizione per interventi di altissima chirurgia.
Voglio solo ricordare cosa vuol dire per tanti bambini affetti da tumori ossei essere trapiantati di un femore o di un omero evitando l'amputazione del rispettivo arto."
Il mio ringraziamento e sono certa anche quello dei lettori, va alla dr.ssa Ridolfi e a tutti i professionisti coinvolti nelle tante fasi in questo complesso percorso dalla donazione al trapianto, che è davvero lo specchio dell'alta professionalità e dell'efficienza del nostro sistema sanitario e lo riscatta dai luoghi comuni che spesso lo identificano con l'inefficienza e l'egoismo.
Per maggiori informazioni: www.saluter.it/trapianti
Dal 21 al 24 maggio saremo presenti con uno stand a Exposanità e dal 31 maggio sarà attiva la nuova la pagina facebook "Una scelta consapevole" per informare, documentare e mettere in rete, con immagini e video, tutte le numerose attività svolte a livello regionale, nazionale e internazionale sul tema della donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule.Visitatela e manifestate il vostro apprezzamento.