E’ sempre imbarazzante parlare di sé ma una ricerca dell'IRES stima che in Italia ci sono quasi 7 milioni di nonni, e di questi, circa 6 milioni si prendono cura dei propri nipoti. Io sono un esempio della categoria nonni, in chiave moderna, e da quando è nata mia nipote, lo ammetto, hanno ragione quelli che dicono che sono letteralmente …rimbambita!! 

Infatti, la nascita di un nipote ha fortissime implicazioni, affettive ed emotive, nella vita dei nonni, che, nella maggior parte dei casi, instaurano con i nipoti un rapporto diretto, istintivo e, spesso, molto solido, basato su fiducia reciproca e sana complicità. I nonni di oggi, per il generale allungamento della vita media, non sono più paragonabili ai "nonnini" pieni di rughe e acciacchi di qualche decennio fa, i nonni come me,  usano l’informatica e vanno regolarmente in palestra, hanno mille interessi, viaggiano e spesso ancora sono attivi nel mondo del lavoro.  La stragrande maggioranza dei nonni italiani, oggi, ha un'età compresa tra 65 e 75 anni quindi nonni ancora giovani e in buona salute. In effetti negli ultimi decenni, come ha avuto modo di sostenere la psicologa Silvia Vegetti  Finzi, "E’ cambiata la geometria della famiglia: se prima la figura dei nonni era abbastanza marginale, oggi li troviamo al centro della scena.  Sia in termini di aiuto economico, sia per il fondamentale sostegno nell'organizzazione della vita domestica", dal momento che la maggior parte delle giovani mamme lavora e quindi il tempo non basta mai. In altre parole i nonni accudiscono i nipoti, fanno la spesa, tengono in ordine la casa, vanno a pagare le bollette e via dicendo.

In uno scenario caratterizzato dalla crisi degli ideali politici, dalla precarietà del lavoro, dalla crisi della coppia e della scuola, nonne e nonni,sembrano costituire l'unico solido architrave della famiglia. Spesso garantiscono ai figli un aiuto economico diretto e suppliscono alla generale carenza di servizi per l'infanzia prendendosi cura dei nipoti. Le nonne e i nonni moderni, mai come adesso, sono una risorsa importante e a volte indispensabile, per i giovani genitori che si dividono tra il lavoro e gli impegni quotidiani.  Ma qualcuno ha mai pensato a calcolare il valore economico dei nonni nella nostra società? La risposta ci è stata fornita da una ricerca dell'IRES, l'istituto di ricerche economiche e sociali della CGIL che nella sua indagine dal titolo

"Il capitale sociale degli anziani", stima che il valore dei nonni italiani è di circa 18,3 miliardi l'anno, ossia per l'1,2% del PIL.  L'indagine si riferisce a quegli anziani che offrono attività d'aiuto informale, dando una mano in casa, badando ai nipotini oppure facendo del volontariato. Il dato è stato sviluppato sulla base di una serie di calcoli motivati da alcune elaborazioni sulle quantità di tempo che gli anziani spendono per gli aiuti volontari. Secondo l'analisi condotta dalla CGIL, il contributo degli anziani non si limita al valore intrinseco dell'attività, ma è a sua volta generatore di economie esterne positive, specie a favore delle donne, sia in relazione alla loro occupabilità che in generale a vantaggio delle famiglie italiane grazie al contributo che gli anziani offrono.
Forse sono ancora in troppi a trascurare il valore economico dei nonni nei confronti delle giovani coppie, e non solo. Gli anziani sono stati (e magari lo sono ancora) considerati alla stregua di un peso per la collettività, niente di più sbagliato. Conti alla mano, si propongono infatti come un rilevante valore aggiunto, anche se a volte difficilmente quantificabile. E non è dire un'eresia l'affermare che, sotto diversi aspetti, sono proprio loro a rappresentare il vero welfare familiare. Due i principali campi d'applicazione considerati dallo studio dell’IRES. L'attività di cura delle persone (soprattutto, di bambini e adulti non autosufficienti), che vede impegnati a titolo gratuito 4,7 milioni di over 55 (su circa 13 milioni di italiani impegnati in aiuti informali), in grado di garantire, ogni mese, circa 150 milioni di ore d'aiuto, per un ritorno economico, al netto dell'aiuto rivolto ai nipoti, di 4,2 miliardi di euro l'anno. Se valutiamo separatamente l'impegno dei circa 6 milioni di nonni (su 6,9 milioni totali) è invece stimato tra i 566 milioni e il miliardo di euro al mese. Una cifra di tutto rispetto nell’economia disastrata di questo paese!!
Non bastasse, rilevante è pure l'apporto gratuito di questo esercito di pensionati a livello di volontariato: si parla di un impressionante monte ore lavorative spese a fin di bene ogni anno, con molte organizzazioni a reggersi proprio sul loro disinteressato apporto. Insomma, da loro un indispensabile servizio anche per la collettività.

In effetti la schiera degli anziani, oltre a proporsi come l'ultima spiaggia per consentire alle figlie e alle nuore di poter lavorare (basti pensare al costo di una babysitter o di un asilo nido), ce li troviamo in scena nei più diversi filoni sociali. Così si va dall'assistenza agli anziani (soli o disabili) all'attività nelle cooperative sociali, dall'apporto in campo sanitario alle consulenze gratuite, e chi più ne ha più ne metta.

Tutto viene forse dato per scontato, ma non è così. Semmai a darlo per scontato sono a volte proprio i giovani, che vogliono mettere su famiglia ma non vogliono rinunciare ai piccoli privilegi della vita da single: la pizza con gli amici, la settimana bianca, il week-end a zonzo e altro ancora. Così a sacrificarsi, nemmeno a ricordarlo, siamo sempre proprio noi: i nonni.

Per chi fosse interessato ad approfondire http://www.ires.it/files/upload/Ricerca%20_capitale_anziani250310.pdf