Quello che doveva essere l'anno delle grandi celebrazioni rodariane ha incontrato sulla sua strada l'inaspettata emergenza mondiale. Mi sono chiesta tante volte in queste settimane: cosa avrebbe detto il Maestro Gianni?? Forse, come aveva fatto di fronte ad altre sciagure e ingiustizie, ne avrebbe preso atto, tenendo in mano la penna e nella mente la speranza. Così, tra chiusure e difficoltà si continua a ricordarlo, e, ognuno come può, a onorarlo.
Maggiormente in questo momento sento il bisogno di rileggere Rodari il poeta, lo scrittore, il visionario, sempre dalla parte dei ragazzi, che ha regalato al mondo opere indimenticabili e la più bella e rivoluzionaria delle verità: la fantasia ci rende liberi.
Per lui conversare con i ragazzi era una necessità per capirne i comportamenti e per penetrare nella loro psicologia; un’occasione per ricevere stimoli e collaudare quanto andava scrivendo. Voleva che il suo lavoro nascesse dalla base. Non gli bastava guardare il mondo, desiderava andargli incontro ed entrarci.
Gli alunni, non conoscendolo di persona, al primo impatto subivano il fascino del personaggio e perdevano la spontaneità, ma Rodari cercava subito di smitizzare facendosi chiamare “Gianni”, poi con battute spiritose, si metteva sul loro stesso piano; creava il bisogno di sapere e aiutava a penetrare concetti profondi con linguaggio comprensibile e coinvolgente. Era un improvvisatore formidabile, un comico nato. Si vantava, con una punta di orgoglio, di assomigliare un po’ a Totò. Anche quando raccontava più volte uno stesso fatto o una favola, introduceva varianti compiendo un lavoro sul lavoro.
Usava espressioni popolari, sfruttava i luoghi comuni, immetteva nella narrazione dati ambientali o ‘rubati’ all’interlocutore, toccando gli argomenti verso i quali gli adolescenti erano più sensibili e interessandosi ai loro vissuti.
Pur avendo in mente certi obiettivi, operava senza uno schema fisso. Era un maestro in tutti i sensi, stava a scuola con lo spirito dell’allievo che vuole apprendere dagli altri, sapeva ascoltare e dare consigli pratici agli insegnanti, senza per questo considerarsi depositario di verità assolute. Non volendo mai dire una parola conclusiva, era continuamente disponibile alla verifica.
Insegnava senza imposizioni: scherzando, gareggiando, stuzzicando la curiosità, in quell’atmosfera l’aula diventava un vivace luogo di ricerca, un laboratorio di invenzioni fantastiche.
Con lui non esistevano problemi di disciplina. Si guadagnava l’autorità e induceva al rispetto delle regole con l’intelligenza, la cultura, la simpatia, l’amicizia, tra le sue finalità vi era quella di rendere i bambini autonomi, sinceri, capaci di pensare in maniera diversa l’uno dall’altro.
Il suo grande credo era di fare della scuola un momento di vita.
Educatore, che sentiva la scuola come la sua grande famiglia, è stato tra i più convinti difensori dei diritti dei bambini.
Dopo tutta questa lunga presentazione, voglio parlare della sua opera più importante la “GRAMMATICA DELLA FANTASIA - Introduzione all’arte di inventare storie” - l’unico suo volume teorico, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1973 da Giulio Einaudi Editore
Nasce ufficialmente a Reggio Emilia (città che Rodari apprezzò molto in quanto le sue scuole accoglievano a braccia aperte lui e le sue idee; frequenti le sue visite in Emilia Romagna) dalla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di alcuni appunti rimasti a lungo dimenticati. Gli appunti in questione, scritti intorno agli anni 1940, facevano parte della raccolta del "Quaderno della fantasia". Vennero recuperati in seguito a un convegno che si tenne proprio nella città emiliana dal 6 al 10 marzo 1972.
L'opera si sviluppa in 45 capitoli.
Nella quarta di copertina della prima edizione, si riportavano queste parole dell'autore:
"Quello che io sto facendo è di ricercare le "costanti" dei meccanismi fantastici, le leggi non ancora approfondite dell'invenzione, per renderne l'uso accessibile a tutti. Insisto nel dire che, sebbene il Romanticismo l'abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una specie di culto, il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti."
Da questa ricerca, che Rodari ha condotto per molti anni, è nata la Grammatica della fantasia, una proposta concreta che intende rivendicare all'immaginazione lo spazio che deve avere nella vita di ciascuno.
Tra i tanti capitoli cito quello dell’ L'errore creativo dedicato alle potenzialità creative e pedagogico-didattiche dell'errore. Difatti, secondo Rodari in ogni errore riposa la possibilità di una storia come testimonia l'esempio della scarpina di Cenerentola che invece di essere di pelliccia, per un errore di trascrizione, è diventata una fantastica scarpina di vetro. Come già aveva sostenuto nel suo Libro degli errori, persino l'errore ortografico può offrire lo spunto per ogni sorta di storia dai risvolti comici o anche essere l'occasione per un'istruttiva riflessione come nel caso della parola I-ta-glia, nella quale quella brutta g appare come un eccesso nazionalistico. Molti errori dei bambini, poi, sono in realtà creazioni autonome, utili ad assimilare una realtà sconosciuta. Sono errori che fanno ridere e ridere degli errori, ci fa riflettere Rodari, è già un modo di prenderne le distanze. Inoltre un'unica parola può suggerire innumerevoli errori e quindi innumerevoli storie. Per esempio, dalla parola automobile potrebbe derivare ottomobile, altomobile, ettomobile, autonobile, ecc.
Pertanto Rodari ritiene che il proverbio "Sbagliando s'impara" dovrebbe essere rimpiazzato da uno nuovo che dica "Sbagliando s'inventa".
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L'AUTONOBILE
Pareva una macchina
precisa a tante altre,
invece, ecco qua,
si scopre che è un'autoNobile.
Sarà marchesa, contessa,
baronessa,
chissà.
Dallo stato delle gomme,
dalla ruggine della carrozzeria
sospetto che si tratti
di una nobiltà
decaduta alquanto.
Non dubito che ai suoi bei giorni
sia stata ricevuta
a corte, con la meglio aristocrazia;
che abbia avuto dame di compagnia,
il maggiordomo, l'ancella
il lacchè,
Sarà stata anche bella
il giorno delle nozze..
Ma adesso l'aspetta lo sfasciacarrozze.
Tuttavia, tuttavia,
è sempre un'autoNobile:
lo puoi vedere dalle buone maniere,
dalle maniglie fini e affusolate
dalle povere portiere sgangherate.
1920-2020 - 100 anni di Gianni Rodari
- Autore/rice Ida Accorsi
- Categoria: Nonne, favole e bambini