Il Giro del Cielo di Daniel Pennac, Una favola per parole e immagini, un racconto dolce, tenero, intenso, commovente.
Un padre racconta a una figlia, partendo dal ricordo di un'operazione d'appendicite subita dalla bambina, una storia che incanta e commuove grandi e piccoli per la sua straordinaria dolcezza. Una lettura che è un piccolo gioiello nel quale parole e immagini si fondono dando vita a un insieme assolutamente strepitoso!
Un libretto di sole trentadue pagine nelle quali Daniel Pennac racconta una storia ispirata da alcuni quadri di Joan Mirò. Il risultato è un viaggio nell’arte visiva attraverso la parola, che svela sentimenti delicati e intimi, con una personale interpretazione di quadri astratti, che li rende accessibili.
Cosa hanno in comune Joan Mirò e Daniel Pennac? Intanto alcuni particolari dati biografici: entrambi non hanno amato la scuola e non erano bravi in quella che poi diventerà la loro arte principale, per Joan la pittura e per Pennac la scrittura. Per entrambi ciò che ha fatto emergere il talento personale è stato l’incontro con Maestri che hanno creduto in loro, che con pazienza li hanno incoraggiati, sostenuti, educati. Da questo racconto d’immagini e parole, emerge l’affinità poetica tra le loro opere, delicate, originali e oniriche. Attraverso la narrazione pulita ed essenziale di Pennac, il lettore scivola con naturalezza dentro i quadri e non si perde neppure dove non esiste più la prospettiva; immerso tra personaggi irreali che sono sintesi di più forme di vita e galleggiano su sfondi carichi di colore, scopre immagini minimaliste e allo stesso tempo ricche di particolari, contrasti luminosi e illuminati. Uno splendido modo per amare e leggere l’Arte in tutte le sue espressioni.
Una bambina (Ritratto di bambina) rievoca il momento dell’anestesia, un anno prima, per un intervento di appendicit.
È il segno rosso del quadro Blu II il taglio del chirurgo, in un cielo blu dove lei lascia delle impronte...
Dalla fessura rossa, eccola oltre il cielo, a sognare la fattoria del padre (Orto Con Asino)...
Da lì vola in cielo come ape (La biondina al luna-park) fino a entrare nella fattoria,
dove uno strambo mondo le si para alla vista (Il carnevale d’Arlecchino)...
Uscita, eccola imbattersi nella bella Miss (Ritratto di Mrs. Milla nel 1750) in attesa del suo fidanzato...
Ma l’attesa si rivela vana e la donna, dismessi gli abiti della festa, torna al suo duro lavoro nella fattoria (La fattoria)...
Giunta la notte, la piccola si imbatte nella furia della donna (Testa di donna), dalla quale trova riparo, assieme alle altre donne, nella luna blu (Donne nella notte).
Solo con la chiave della chiesa, la informano quelle, Miss potrà essere calmata lasciandola suonare l’organo...
E così ecco Miss intenta a suonare placando la propria ira (Ballerina che ascolta l’organo in una cattedrale gotica)...
Spunta il sole e la piccola si ritrova nei campi assolati (Terra arata), dove un puledro poppa il latte dalla madre...
Il padre gli spiega che è grazie a quel puledro (Il cavallo del circo), venduto a un circo di passaggio, se ha potuto incontrare sua madre e se lei è potuta nascere un anno dopo il loro incontro (Pittura Murale).
Sì, ricorda la piccola. Nel sogno correva verso di loro (Blue III)...
Incipit
- Papà?
- Sì, tesoro?
- Ti ricordi quando ero piccola?
- La settimana scorsa?
- No veramente piccola! Quando sono stata operata di appendicite.
- Ah, l’anno scorso! Mi ricordo molto bene, piccolina faceva male la pancia pure a me.
- Quando il dottor Berthold mi ha addormentata, mi ha chiesto se volevo sognare una nave in mezzo alla tempesta o un aereo in mezzo a un uragano.
- Che razza di scelta! E che cosa hai risposto?
- Né l’uno né l’altro. Gli ho risposto che volevo sognare il cielo. Mi ha chiesto: un cielo come? Ed io gli ho detto: il cielo. Ha detto: il cielo è niente, è vuoto il cielo! Cosa ci devo mettere nel tuo cielo? Aerei? Missili? Satelliti? Io gli ho detto: del blu, voglio sognare un cielo tutto blu. Ha tirato un gran sospiro e ha detto... e vada per un cielo tutto blu.
- E Allora?
- Allora mi ha fatto la puntura e mi sono subito ritrovata nel cielo!
- Ma no...
- Sì e sai una cosa?
- Cosa tesoro?
- Il cielo era appena stato operato di appendicite!
- Veramente?
- Una grande cicatrice rossa in mezzo al blu.
- Che tipo quel, quel Berthold!
- Mi sono avvicinata alla cicatrice. Camminando piano. I miei piedi lasciavano delle impronte, come la punta delle dita su un palloncino, capisci?
- Perfettamente.
- E sono passata dall’altra parte.
- Dall’altra parte di cosa?
- Della cicatrice! Dall’altra parte del cielo! Sono entrata! E’ proprio questo che ti volevo raccontare. Papà, sai cosa c’era dall’altra parte del cielo?
- No, dimmelo. Dimmi subito, amore mio, cosa c’è dall’altra parte del cielo. Siamo in molti a farci questa domanda.
- Io sono molto seria, papà. Guardami negli occhi.
- Ti guardo.
- Guardami meglio!
- Ecco, mia seriosissima.
- Mi crederai?
- Ti credo già.
Pennac definito anche il Pifferaio magico dei bambini, ha al suo attivo una produzione per ragazzi che spazia dall’irresistibile serie di Kamo, ragazzino inquieto le cui avventure sono prevalentemente ambientate a scuola dove, come dichiara lo stesso Pennac, “è la scuola che si trasforma nel sogno di una scuola o, se si preferisce, in una scuola dei sogni” ad Abbaiare stanca, L’occhio del lupo, Signori bambini, uno degli esempi contemporanei di un classico per tutti i lettori, Ernest e Celestine. Anche dopo l’enorme successo della saga dei Malaussène l’autore continua a definire il suo romanzo per ragazzi L’occhio del lupo – storia di un piccolo africano che incontra in uno zoo un vecchio lupo guercio venuto dall’Alaska – la sua opera migliore.
L’attenzione di Pennac per l’infanzia e l’adolescenza è costante e originale in tutta la sua produzione letteraria, sia per adulti che per bambini, e questa attenzione l’ha portato a comporre indimenticabili ritratti infantili – dai bambini della saga dei Malaussène ai tratti preadolescenziali di Kamo – accomunati dalla capacità di vedere e osservare la realtà con occhi nuovi e da prospettive inaspettate. La differenza tra i libri per adulti e quelli per bambini, entrambi caratterizzati da altissimi livelli narrativi, è soprattutto stilistica. Ma i temi sono comuni, tra cui le relazioni e il confronto tra generazioni, l’incontro con la diversità in tutte le sue declinazioni, le esplosive trasformazioni familiari e sociali del nostro tempo, l’importanza del raccontare che restituisce senso anche agli eventi più difficili della vita quotidiana. I suoi romanzi per adulti, divenuti celebri grazie alla saga della famiglia Malaussène, ambientati in una Parigi post moderna e nell’incandescente quartiere multietnico di Beleville, dove convivono etnie diverse, sono percorsi da quell’umorismo che lui stesso definisce “irriducibile espressione dell’etica” e sembrano rispondere con discreta saggezza al caos abissale del nostro tempo. Tutta la saga pervasa da una ricca capacità affabulatoria, ci conduce in un’altalena di invenzioni linguistiche, in trame dal ritmo serrato e incalzante, con toni spesso graffianti e talora grotteschi, disseminate da rimandi continui non solo alla letteratura ma anche ad altri linguaggi, come il cinema e il fumetto. Pennac ama e conosce la letteratura e tutto nei suoi romanzi è una dichiarazione d’amore e un desiderio di giocare con essa attraverso debiti, citazioni, riferimenti in uno stile complesso che utilizza un vasto patrimonio di tecniche letterarie. I suoi racconti per bambini hanno spesso un altro registro espressivo: la leggerezza e l’umorismo assumono toni delicati, poetici, talora velati di malinconia. A ogni fascia d’età sa elargire il dono di una storia: dagli albi illustrati per i più piccoli ai romanzi per adolescenti, cui offre originali metafore della crescita.