Una scuola materna dentro ad un centro anziani? Si è possibile, è già successo.
Il programma Intergenerational Learning Center ha permesso a una scuola materna di trasferirsi nella casa di riposo dando la possibilità a più di 400 anziani di interagire con i bambini, con l'intento di annullare la differenza tra la nuova e vecchia generazione e colmare quel senso di solitudine e d’isolamento che vivono gli anziani.
Quest'iniziativa si propone da una parte di restituire agli anziani un ruolo sociale attivo, usufruendo della loro esperienza e della loro collaborazione per l'educazione e la crescita dei bimbi; dall'altra, è finalizzata a regalare ai bambini la possibilità di crescere insieme ai 'nonni' (anche se non biologici) diversi da loro e a volte con difficoltà fisiche.
E' la scuola materna di Providence Mount St. Vincent, a Seattle, che si trova all’interno di una casa di riposo per anziani.
Dal pranzo, al momento della storia, alle lezioni di musica, qui, ogni giorno, il programma didattico della scuola materna si unisce a quello della struttura, grazie ad una serie di attività che uniscono anziani e bambini, offrendo a entrambi la possibilità di prendere il meglio dall’interazione facendo sentire gli anziani nuovamente utili e aiutandoli a sentirsi più sicuri di sé.
Questa speciale scuola materna, ha ricevuto molti premi, ed è ambitissima dai genitori di Seattle, e in molti sono a sperare che il modello sia presto adottato in altre strutture.
"... è l’esperienza di una comunità multigenerazionale, interdipendente, complessa" commenta la direttrice del progetto Susan Bosak, "che, più di ogni altra cosa, ci insegna a essere umani".
Un esempio (riuscito) d’integrazione tra infanzia e vecchiaia. Con quel tempo che fluisce, che intercorre nel mezzo: la vita. Ha notato una vera e propria trasformazione degli anziani, con la presenza dei bambini.
<<... “Fino a qualche momento prima dell’arrivo dei bambini a volte gli ospiti della casa di riposo sembravano mezzo addormentati. Era uno spettacolo triste e deprimente. Non appena arrivavano i bambini per la lezione di arte, di musica o per qualsiasi altra iniziativa fosse prevista quel giorno, era come se gli anziani tornassero a vivere”.
Questa esperienza di scuola materna, educa i bambini al processo d’invecchiamento, rendendoli più sensibili al rispetto di chi è diverso da sé e a chi ha degli ostacoli fisici, per gli anziani il contatto con i bambini di cui prendersi cura, li aiuta a sentirsi nuovamente utili agli altri ed esempi per le nuove generazioni.
Varcando la soglia dell’edificio, si colgono istantanee di vita quotidiana. Una signora con i capelli grigi che allaccia la giacca a un bimbo, una con gli occhiali che legge ad alta voce un libro di fiabe, un vecchietto con la stampella che fa due passi in cortile con i bambini festanti attorno. Dal pranzo alle lezioni di musica, dalla danza alla merenda, tutto è studiato per coinvolgere entrambe le generazioni.
Altro aspetto da tenere in considerazione si aggiunge la grande occasione per i bambini la disponibilità da parte degli anziani all'ascolto; "i nonni" non hanno fretta, sono pazienti sono consapevoli e riconoscono l'importanza del "raccontare" di un vissuto, di un tempo non poi così lontano, che gli anziani hanno trascorso, le storie di quando anche loro erano piccoli che potrebbero raccontare ai bambini, i loro ricordi come messaggio e insegnamento da tramandare.
Questo progetto altamente innovativo sarebbe bello che potesse diventare un modello anche in altre parti, magari anche qui da noi!
Esiste già un'esperienza interessante che ha coinvolto una casa protetta per anziani e un asilo nido a Piacenza, gestito da una Cooperativa in collaborazione con Comune e Provincia, Regione Emilia-Romagna, Fondazione di Piacenza e Vigevano e Cariparma – il Centro Abi (Anziani e bambini insieme) del Facsal, una delle poche esperienze di questo tipo in Europa.
http://sociale.corriere.it/nido-e-casa-di-riposo-insieme-ecco-il-centro-abi-di-piacenza/
Del rapporto anziani/ bambini se ne è parlato anche in un Convegno Nazionale della Società Italiana di Pedagogia, tenutosi a Firenze nel maggio 2012, dedicato a “Progetto Generazioni. Bambini e Anziani: due stagioni della vita a confronto”. (Gli atti sono raccolti nel libro "Progetto Generazioni. Bambini e Anziani: due stagioni della vita a confronto” a cura di Michele Corsi e Simonetta Ulivieri- ETS edizioni, 2012).
Il convegno voleva approfondire le dimensioni complesse del tema quali:
Bambini e Anziani: due stagioni della vita a confronto,
Bambini e anziani in pedagogia,
Bambini e anziani nella storia dell'educazione,
Bambini, anziani e disabilità,
Bambini, anziani e linguaggi elettronici,
Bambini e anziani nella società dell'esclusione e dell'inclusione,
Bambini, anziani e l'immaginario come spazio condiviso.
Gli autori dei contributi erano docenti, ricercatori e dottori di ricerca provenienti da numerose università italiane. Le ricerche presentate, di grande interesse, riguardavano gli anziani "mentori d'esperienza" e i nuovi arrivati, i "cuccioli dell'uomo", ma anche il loro incontrarsi nel rapporto inter-generazionale, letto come risorsa formativa, come trasmissione culturale e di cura, come speranza progettuale. Una mia esperienza personale, recente, da nonna sono stata invitata una mattina nella classe di mia nipote quando frequentava la scuola primaria (classe 3^ elementare), insieme ai bambini abbiamo aperto - il cassetto dei ricordi - insieme abbiamo letto e commentato un grande autore per ragazzi Gianni Rodari a conclusione di un progetto fatto in classe su rime-poesie e filastrocche.
I bambini sono stati fantastici, hanno fatto un sacco di domande, grande la curiosità e lo stupore uniti ai commenti divertenti quando hanno appreso che cosa è un calamaio, la penna con il pennino da intingere nell'inchiostro la cartella di cartone, oggetti mai visti e mai sentiti nominare abituati alle penne a sfera agli zainetti trolley. È stata una parentesi entusiasmante, che ha gratificato molto me e penso, anche loro, visto il risultato dell'incontro.
Ritornando all’esperienza di Seattle ritenuta talmente innovativa nel suo genere la regista americana Evan Briggs ha deciso di farci un documentario "Present perfect", una pellicola ricca di tenerezza, di commozione, ma anche di spunti pedagogici. Bellissimo da vedere insieme alle foto.