Nell’ultima settimana di febbraio, quando la Lombardia è diventata “zona rossa”, anche l’Università della Terza Età ha dovuto chiudere i battenti. Si pensava inizialmente che la cosa non sarebbe durata molto ….
- Forse un paio di settimane- ci dicevamo. Ma non è andata così e la nostra amata UTE non ha più ripreso le lezioni.
Ora il periodo di isolamento totale è finito, ma per la nostra Associazione restano molte incognite. La prima riguarda la sede: i locali in cui si tengono le lezioni bisettimanali sono di proprietà della Fondazione “Casa Prina”, la RSA di Erba, la quale potrebbe avere bisogno della sala (che ha sempre messo a dell’UTE per una modica cifra annuale), per poter mettere in pratica le rigide regole governative sul distanziamento degli ospiti.
Ammettendo comunque che potessimo disporne ancora, la sala non può certo contenere 70/80 persone (media delle presenze) assicurando le distanze di sicurezza. In città inoltre nessuna sala conferenze potrebbe offrirci questa possibilità.
La seconda incognita riguarda i soci: la loro età va dai cinquanta agli oltre ottanta anni e nella nostra zona regna ancora molta paura; se in autunno ci fosse una recrudescenza dei contagi, quanti sarebbero disposti a iscriversi di nuovo?
Ipotizzando la riapertura con un numero di iscritti sufficiente a consentire il proseguimento dell’attività, bisognerà pensare a cambiare tutta la gestione delle attività: si è pensato a turnazioni, all’uso delle registrazioni delle lezioni, o a iscrizioni suddivise per corsi; potremmo forse anche utilizzare le tecnologie per la didattica a distanza, (canali Facebook o Youtube, o videoconferenze) ma quanti anziani sarebbero in grado di utilizzarla? Molti di loro vedono nei computer delle diavolerie fatte apposta per emarginarli, per farli sentire inadeguati.
Tutto questo rende il futuro dell’UTE molto incerto, ma credo che saremo in molti a cercare di fare il possibile perché questa associazione non muoia e continui ad offrire agli anziani di Erba e dintorni, come ha fatto per oltre 25 anni, un luogo di aggiornamento di notevole livello culturale e un’occasione preziosa di socializzazione.
Non va meglio, tuttavia, per le altre realtà territoriali che si basano sul volontariato pensiamo solo agli oratori o ai centri estivi: si possono organizzare attività solo per piccoli gruppi, che non devono mai interagire tra di loro, ma per ogni gruppo sono necessari educatori e adulti responsabili. Dove trovare tutte queste persone, che siano anche qualificate per questi ruoli? La prima conseguenza è la lievitazione dei costi per le famiglie, che spesso non sono in grado di sostenerli e decidono perciò di non iscrivere i loro bambini, che passeranno un’estate davanti a TV, play-station e telefonini a giocare a distanza con amici virtuali.
Le video conferenze, che hanno imperversato nei mesi scorsi, ora stanno lasciando il posto a timidi tentativi di riunioni in presenza, con misurazione delle temperature, mascherine, gel igienizzanti, sedie a debita distanza e tutto assume un’aria oltremodo surreale.
La laboriosa ripresa dopo il lockdown
- Autore/rice Diana Catellani
- Categoria: Io e il computer di Diana Catellani