Quando, dopo quasi due mesi, puoi mettere a terra il piede infortunato e puoi smettere si saltellare aggrappata a un deambulatore, senti che puoi ricominciare a vivere e provi la grande soddisfazione di poter fare di nuovo le piccole cose di ogni giorno, anche se sempre aiutata da una stampella. E’ una sensazione bellissima poter di nuovo fare le scale, cucinare un piatto di spaghetti o lavare quella maglietta che non può andare in lavatrice.
Bisogna mettere in conto però che ogni passo costa fatica e dolore, ma pensi che tutto presto passerà e ti fai coraggio. Cominci la riabilitazione, dolorosa sì, ma ti consentirà di muoverti meglio e quindi sottostai volentieri ai consigli della fisioterapista che ti dice che bisogna esercitarsi, che devi muoverti tranquillamente perché la tua gamba ora è forte come prima, anzi, (scherza) con tutta quell’armatura di chiodi e sbarre è più forte di prima.
Camminare è doloroso, gli esercizi sono dolorosi, ma nelle prime settimane i progressi sono veloci e non ti par vero di poter di nuovo guidare l’auto e andare a una conferenza, ma poi durante la conferenza cerchi disperatamente un appoggio per poter tenere la gamba sollevata e ti ingegni di posizionare la tua stampella tra la tua sedia e quella che ti sta davanti in modo da poterci appoggiare sopra il piede. Poi ti accorgi che tutto ti fa male: anche le dita dei piedi, che non ne avrebbero motivo, si ribellano, per non dire delle ginocchia: sembra una congiura!
La fisioterapista, mentre ti manipola il piede, lo contorce e lo strizza in mille modi, ti elogia:- Brava, bravissima! La mobilità è ottima! Il gonfiore? Eh, quello durerà ancora tanto - e lo dice con tanta dolcezza, ma ti fa capire che non ti devi fare troppe illusioni: prima di tornare a camminare normalmente passerà ancora parecchio tempo, bisogna rassegnarsi e avere pazienza.
Intanto la mattina ti svegli e ti senti uno straccio: ti fa male dappertutto, perché camminando male tutte le articolazioni, tutti i muscoli ne risentono e quindi per poter conquistare la posizione verticale devi fare un po’ di contorsioni appoggiandoti al deambulatore che tieni vicino al letto, poi, fatti un po’ di passi, puoi tentare di appoggiarti alla stampella per scendere le scale alla velocità di una lumaca imbranata e in quel momento pensi che annullerai tutti i programmi che ti eri fatta il giorno prima, invece poi a poco a poco capisci che ce la puoi fare, che anche se con sforzo puoi andare al cimitero, puoi andare a fare una spesuccia o andare all’UTE per non stare di nuovo in casa tutto il giorno a guardare la TV: farai tutto lentamente, ma ce la farai. E chissà quanto durerà ancora questa storia!
In questi casi non c’è altro da fare che avere pazienza e stringere i denti ed è quello che farò anche io, come tutti quelli (e al reparto riabilitazione ne ho incontrati tanti) che si trovano nella mia stessa situazione.