Sono appena tornata da un viaggio in Thailandia e ho ancora negli occhi le immagini calde e coloratissime che quel paese mi ha lasciato.
Il mio è stato un viaggio del tutto particolare, sia per le motivazioni che mi hanno indotto a partire, sia per le circostanze in cui il viaggio stesso si è svolto e quindi le mie impressioni non fanno testo, sono del tutto personali, soggettive.
Da sette anni non vedevo mia sorella Vanna, suora di clausura in Thailandia e da molto tempo non vedevo l’ora di andarla a trovare, ma l’idea di fare per la prima volta un così lungo viaggio da sola non mi sorrideva proprio. Quest’autunno però mi è arrivata una telefonata dall’Emilia: mia nipote Monica aveva deciso di andare a trovare la zia suora insieme a un’amica .....subito ho detto che mi sarei aggregata a loro e lo stesso ha deciso anche mia sorella Ilva, nonostante tutti la scoraggiassero, vista la sua età non più tenerissima.
Il viaggio prevedeva uno scalo a Dubai e questo forse lo ha reso meno pesante. Al nostro arrivo, c’era ad accoglierci un missionario che ci ha accompagnate, attraverso il traffico caotico e intensissimo di Bangkok, verso il convento di Sam Pran dove ci aspettava mia sorella Vanna. L’accoglienza in monastero è stata incredibile per la generosità e la gioiosità che hanno fatto da sottofondo all’emozione di rivedersi dopo tanto tempo ...e questa è stata la costante in ogni convento in cui siamo state ospitate.
Cosa mi è rimasto impresso della Thailandia? Prima di tutto la dolcezza dei modi della gente, che ti saluta sorridendo, mentre congiunge le mani e s’ inchina, e che cerca di prevenire ogni tua necessità. Mi ha colpito anche il fatto che esiste un alfabeto tailandese, ben diverso dagli ideogrammi cinesi o giapponesi: anche nel loro alfabeto, come nel nostro, ogni segno corrisponde a un suono. Mi ha colpito anche l’amore della gente per la monarchia che governa il paese, in special modo l’amore per il vecchio re scomparso da poco: tutti ne parlano con grande rimpianto e con grande venerazione. Qui da noi è inimmaginabile un tale attaccamento per i nostri capi politici.
Poi cosa dire delle innumerevoli qualità di frutta, mai vista prima, che abbiamo potuto assaporare? E anche le banane: ce ne sono di varie specie e il loro sapore non è paragonabile a quello delle banane che compriamo qui.
Naturalmente non siamo andate solo per conventi; potevamo non andare a Phuket, la meta agognata da tutti gli Europei durante i lunghi mesi invernali? Certo non potevamo mancare questa tappa e l’isola ci ha accolto con tutto lo splendore della sua natura: vegetazione lussureggiante (come del resto in tutto il paese), mare stupendo e spiagge sterminate, ma, a mio avviso, ha un difetto: è diventata un po’ come tutti i posti troppo frequentati dai turisti: troppo affollata e caotica. Se invece vi spostate sulle coste del Golfo del Siam (costa orientale) trovate anche lì spiagge bellissime, mare incontaminato e tanta pace per godervi appieno il sole e la bellezza della natura. A proposito di natura, una cosa mi ha veramente incuriosito: le montagne (ma è esagerato chiamarle montagne, data la loro modesta altezza) si alzano a picco sulla pianura circostante, come fossero piovute lì dal cielo. Lo avevo già notato nei film ambientati durante la guerra in Vietnam, ma vedere questi enormi funghi rocciosi spezzare la linea dell’orizzonte, all’improvviso, mi ha veramente sorpreso.
I templi buddisti sono sparsi un po’ ovunque e sono sempre molto sontuosi, ricchi di ori, di statue e di colori e sono tenuti con grande cura. Abbiamo potuto constatare anche la compattezza e la solidarietà che anima la piccola comunità cattolica: è certamente una minoranza nel paese, ma è molto attiva soprattutto nel campo dell’istruzione: numerosissime sono le scuole gestite da laici o da ordini religiosi cattolici e, visto come sono frequentate, bisogna dire che siano anche molto apprezzate.
Come ce la siamo cavata noi due vecchiette (io 71 anni, mia sorella Ilva 81!!!) nell’impatto con un lungo volo, con un clima tropicale e con l’effetto fuso orario? Direi non male a parte un momento di offuscamento generale subito dopo l’arrivo a Bangkok. Io avevo affidato a mia sorella Ilva il passaporto e i soldi tailandesi dopo il cambio all’aeroporto, perché la mia borsa, troppo piena, si era rotta. Nel momento in cui ho cercato di recuperare quanto mi apparteneva, ho scambiato i miei soldi con i suoi e i conti non tornavano più, e i passaporti pareva si divertissero a comparire e a scomparire in mezzo a tutte le cianfrusaglie che uscivano dalla borsa. Finché si trattava dei soldi eravamo sì in confusione tutte e due, ma quando ci siamo accorte di non trovare i passaporti la preoccupazione è diventata angoscia. Poi, dopo una mezz’oretta di rovistamenti vari, tutto si è risolto per il meglio e allora abbiamo riso a non finire del parapiglia che eravamo riuscite a creare.
Se qualcuno pensasse di fare lo stesso viaggio, non vada all’ASL per fare vaccinazioni di vario genere: sono del tutto inutili, anche se è facile trovare chi vi spaventa per via delle zanzare portatrici di malaria, dell’acqua che potrebbe essere non potabile e causarvi colera, tifo, diarrea, vomito... Di zanzare ne ho visto ben poche e sono molto più cattive quelle che d’estate stanno in agguato davanti alla mia porta. Aggiungo inoltre che le toilette nelle stazioni di servizio sono molto più pulite e curate di quelle di casa nostra.
La Thailandia è un paese in grande espansione economica e lo si vede dai numerosissimi cantieri aperti, dalle strade in costruzione o in ampliamento, dalle automobili circolanti, tutte nuove e di media cilindrata. E’ facile per chi non c’è mai stato pensare alla Thailandia come un paese emergente sì, ma che non può reggere al confronto con i paesi occidentali, beh, è ora che ci abituiamo invece a pensare che siamo noi a restare al palo, mentre gli altri corrono.
Il momento dell’addio è stato doloroso per tutte noi, ma ho una piccola speranza: forse ci ritornerò.