Quanti di noi abitano in un luogo, ma non ne conoscono la storia, non sanno ben capire il perché di certe situazioni o di certa mentalità della gente che li circonda....
Questo accade soprattutto a quelli come me che si sono trasferiti in una città diversa da quella in cui sono nati. Ad esempio, io mi sono sempre stupita del fatto che, qui dove abito da quasi quarant’anni, all’interno di uno stesso comune, anche piccolo, si tenda a differenziare le identità degli abitanti delle varie frazioni. Certo tutto questo è solo il risultato di situazioni che si sono protratte per secoli e che ben pochi conoscono al giorno d’oggi.
E’ per indagare questo fenomeno che mi ha subito interessato la proposta del parroco di collaborare a ricostruire la storia della parrocchia di Arcellasco, nell’occasione del 500° anniversario della sua costituzione.
Ci siamo messi all’opera in tre, tutti appartenenti al gruppo culturale della parrocchia e tra questi una mia amica e vicina di casa, con la quale per prima cosa abbiamo visitato gli archivi diocesano, provinciale e parrocchiale, alla ricerca di documenti e di fonti. In seguito ci siamo accordati su come impostare la nostra ricerca e su come dividerci il lavoro.
E’ stata una bella emozione avere tra le mani documenti che giacciono negli scaffali da secoli e riuscire a decifrare grafie che oggi ci appaiono perlomeno bizzarre. Leggendo certe pagine, pareva che certi personaggi e certi avvenimenti, che il tempo ha cancellato, riprendessero vita tramite le parole stantie di qualche oscuro scrivano.
Oltre ai documenti di archivio, abbiamo anche raccolto notizie dai numerosi libri, scritti in diverse epoche, che trattano la storia locale e là dove la documentazione era carente, abbiamo sopperito con la testimonianza di chi conserva le memorie degli avvenimenti degli ultimi decenni.
E’ stato un lavoro lungo e faticoso, fatto di sera, di notte e nei pomeriggi festivi, ma è stato anche molto interessante e stimolante, infatti, mi ha permesso di capire che certe piccole rivalità tra frazioni, risalgono ad antiche controversie riguardanti la volontà di difendere piccoli privilegi o sono dovute a campanilismo esasperato.
E’ stato anche interessante constatare come un tempo la religione avesse un ruolo “straripante”, come condizionasse la vita di individui e comunità, forse anche perché in certi momenti storici i capi religiosi erano l’unico punto di riferimento per la gente, oppressa da guerre, epidemie, fame e povertà.
Ma ecco un curioso aneddoto che risale a poco meno di un secolo fa, riportato dal parroco di allora nel “Liber Chronicus”, il diario della parrocchia:
“L’altro giorno...venni chiamato d’urgenza dal sig. Pretore d’Erba per urgenti comunicazioni e, pensate voi quale fu la mia meraviglia, quando mi vidi consegnare un pacchetto di monete sopra il quale c’erano queste parole: denaro rubato nella chiesa di Brugora nell’anno 1922 da B.E. La somma di £. 13,50, si ridusse a £. 4,30, perché quasi tutte le monete consegnatemi erano fuori corso”.
Dopo undici anni, il povero ladruncolo aveva sentito il dovere di restituire il mal tolto, che forse aveva conservato sotto un mattone o dentro il materasso, poiché le monete erano nel frattempo diventate inservibili....
Il nostro lavoro ha avuto lo scopo di raccogliere le notizie riguardanti questa piccola parte di mondo e di condividerle con tutti coloro che ne siano interessati, perché diventino patrimonio comune e non vadano perdute.
Il risultato delle nostre fatiche è racchiuso in un libro intitolato: “Una data, una storia....1517”, che è stato venduto in occasione della festa patronale.