Mille parole per l'eguaglianza

Mille parole per l'eguaglianza

lidia goldoniDalle cohousing al più generale tema casa/ anziani.
Esso rappresenta un campo di prova per sperimentare risposte a molti degli interrogativi di un nuovo welfare: qualità di vita delle persone, flessibilità dell’offerta, lavoro di rete, coinvolgimento della comunità, programmazione partecipata con i soggetti interessati, utilizzo efficace (nonché efficiente) delle risorse pubbliche nel patrimonio abitativo, riduzione dei costi di spesa sanitaria per la non autosufficienza garantendo un’adeguata assistenza al domicilio, integrazione tra le diverse figure professionali della cura.

La lettura del libro di Stefano Rodotà, che presento in altra parte, mi ha fornito alcune chiavi interpretative, per parlare di alcune esperienze utili a coinvolgere gli anziani, specie nelle città, oltre che gli altri cittadini, senza ghettizzarli.

10959450 10155228770060381 949450385887893002 nVolevo parlare di servizi, ma una serie di notizie, messaggi e video comparsi sui giornali e sui social network in questi giorni mi hanno fatto venire un dubbio: i vecchi adesso sono di moda?

Non si contano i film che affrontano i temi della vita di coppia e di una nubile o un celibe, in età avanzata. Almeno tre film di registi famosi sono usciti negli ultimi anni sull’Alzheimer, dal recentissimo e candidato all’OSCAR “Still Alice” di Wash Westmoreland ad “Amour” di Michael Heneke, passando per “ Una sconfinata giovinezza” di Pupi Avati (un elenco al sito http://www.gpvecchi.org/documentazione/film?start=5)

Legge di stabilità: i Fondi sociali (sei in tutto) sono stati finanziati per un totale di novecento milioni, di cui 400 milioni di euro per il Fondo per la non autosufficienza (1).
Piano delle demenze: è stato approvato un documento di intenti nell'ottobre 2014 (negli altri paesi europei è attivo un piano operativo da circa un decennio), con un accordo Stato e Regioni, in cui emerge che: non si hanno dati certi su quante sono le persone con patologie dementigene, morbo d'Alzheimer in primo luogo, né quanti sono i soldi spesi o da recuperare per affrontare il problema. Pare però che sia considerato un buon risultato.

Non si conoscono, non si parlano, dialogano tramite terzi, preparano il divorzio con l'aiuto di amici. Questa potrebbe essere la fotografia del rapporto tra governo e politiche sociali, che si trae a fine anno.

Atto terzo. Là dove la centralità della persona è sfumata nel nulla. Sei vecchio, hai la demenza e sei anche donna. Quanto di te riesci a far cogliere, da chi ti sta intorno, da chi ti deve prendersi cura di te, da chi con te deve aver un rapporto di fiducia e di simpatia, da chi di te deve saper cogliere anche il non detto, quello che sta nascosto nei tuoi tanti anni?

La demenza come patologia fu riconosciuta dal dottor tedesco Alois Alzheimer all'inizio del secolo scorso, ma studi e approfondimenti (sintomi, decorso e diffusione)  rimasero all'interno del circuito scientifico.

Iniziamo dall'anziano, figura attorno a cui, in cerchi concentrici che si estendono, dovrebbe ruotare :

-il rapporto con l'operatore/gli operatori, il personale della struttura,

-l'organizzazione della vita e del lavoro nella residenza.

-la rete famigliare e volontaria di supporto, interna ed esterna,

-il sistema dei servizi  sanitari nei diversi livelli (territoriale, specialistica, continuità assistenziale, emergenza sanitaria, ricoveri ospedalieri, dimissioni).