Cinque domande a...
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Ferdinando Schiavo- neurologo- consigliere dell'Associazione Alzheimer di Udine, dell'Associazione Ricerca ed Interventi sull'invecchiamento (ARIS) di Trieste e della Associazione Italiana di Psicogeriatria Triveneta
Partiamo da un dibattito attuale-vaccinazione sì, vaccinazione no- che chiama in causa sia la profilassi pediatrica contro le malattie che hanno ucciso o menomato milioni di bambini sia la prevenzione per le persone a rischio per virus stagionali.
Lei, da sempre impegnato con articoli e pubblicazioni per informare il cittadino e gli operatori degli eventi avversi (EA), anche a carattere neurologico (EAN), provocati da farmaci, cosa ne pensa?
Il tema delle vaccinazioni, poi nella specifica attualità, è intrigante e realmente complesso. Nel momento in cui scrivo, il giudizio sui recenti avvenimenti, le morti di anziani forse imputabili alla vaccinazione anti-influenzale, è sospeso in attesa di conferme o smentite. Certamente la buona fede rassicurata dalla buona conoscenza nel campo della medicina preventiva ci darà una risposta seria e motivata, priva di quei contenuti emozionali che potrebbero "farci buttare via l'acqua sporca col bambino dentro", ovvero privarci di una modalità di prevenzione, la vaccinazione, che ha dato indubbiamente i suoi frutti ed ha contribuito a farci invecchiare.
Da neurogeriatra, ricordo che più di un decennio fa il tentativo di utilizzare un vaccino che contrastasse l'azione nel cervello umano della beta-amiloide-42, una delle sostanze che provoca i danni neuronali della malattia di Alzheimer, non ha dato alcun risultato positivo, provocando invece alcuni casi di encefalite tra le persone che si erano sottoposte a questo trattamento sperimentale. Tuttavia, si sta lavorando ancora nel campo immunologico su questa terribile malattia, con qualche incerta speranza nel deserto della pochezza delle risorse farmacologiche utili ed efficaci nel combatterla.
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Enzo Ciconte- docente e storico della criminalità organizzata.
Nel suo libro racconta come sin dai tempi più antichi il vincitore si prendesse le donne per stuprarle e renderle schiave, giungendo ai giorni nostri con i crimini contro le donne dell'ISIS, passando per il Medioevo, le regressioni del Concilio di Trento sino a giungere al "femminicidio".
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Renato Frisanco- ricercatore sociale, studioso di volontariato e terzo settore
Come studioso, ma anche partecipe alla storia del volontariato, meglio di chiunque altro può dirci chi è oggi il volontario, come si è trasformato il suo profilo in questi anni, cosa lo distingue dalle altre componenti ricomprese nel termine di "terzo settore"ed infine quanti sono?
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Quando avete iniziato a lavorare a questo progetto ognuna di voi da quali considerazioni è partita, quali erano le cose importanti che vi siete appuntate?
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Loreta Gigante-direttrice generale ASP area Nord
Approfitto di questa intervista per chiederle in primo luogo di illustrarci le strutture e gli anziani che vi risiedono, interessati alla sperimentazione di nuove tecnologie; ma, nello stesso tempo di farci il punto post terremoto dei vostri servizi, situati proprio nel cratere del sisma del 2012. PLV ha sempre dato spazio all'appello per la raccolta di fondi e credo che nostri lettori abbiano contribuito.
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Federica Taddia, responsabile animazione Villa Ranuzzi e Villa Serena
Iniziamo con due informazioni di base: in primo luogo, cosa sono Villa Serena e Villa Ranuzzi e chi sono gli anziani residenti (quanti sono, quale la loro fotografia sociosanitaria ed altro) e chi quelli coinvolti nella ricerca; in secondo luogo può descrivere le tecnologie e gli strumenti digitali che avete adottato e come si usano?
Villa Serena e Villa Ranuzzi sono strutture socio-assistenziali residenziali che accolgono anziani non autosufficienti con bisogni assistenziali di diversa entità (disturbi comportamentali, bisogni sanitari correlati ad elevati bisogni assistenziali, disabilità severe e moderate), persone anziane non autosufficienti non assistibili a domicilio e richiedenti trattamenti continui, affetti da patologie cronico-degenerative a tendenza invalidante.
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Maria Luisa Raineri- Ricercatrice di Sociologia e formatrice
Nella sua attività di ricerca e di docenza lei si occupa del servizio sociale e della formazione delle assistenti sociali. Vorrei iniziare parlando del servizio sociale, finora uno dei pilastri della struttura del welfare. Cosa sta cambiando, con la trasformazione in atto , in particolare le esternalizzazioni, in questo servizio e nel ruolo sinora svolto?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Marco Bertoluzzo-giurista e criminologo
Come possono essere descritti- anche quantitativamente- e inquadrati i reati quali truffe e raggiri contro gli anziani?
Faremmo un errore se approcciassimo il tema della diffusione del fenomeno riferendoci solo ai dati ufficiali. Se scorriamo infatti le statistiche giudiziarie siamo senza dubbio colpiti dall'esiguità delle denunce. Ma se prestiamo attenzione ai racconti degli anziani stessi o di persone a loro vicine, il dato numerico diventa di tutt'altra portata. In altre parole ci accorgiamo facilmente che i delitti effettivamente commessi sono di gran lunga superiori a quelli denunciati.