La settima edizione del Caregiver Day – realizzata dalla Cooperativa sociale Anziani e non solo con il sostegno dei Comuni dell’Unione Terre d’Argine e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, di CARER (Associazione dei Caregiver dell’Emilia Romagna) e dell’Azienda Sanitaria di Modena, prende il via il 3 maggio con la rassegna cinematografica: “DECLINAZIONI DI CURA”.
Attraverso la proiezione di film e di docu-film, la rassegna intende mettere in luce diverse dimensioni del dare cura (emotiva, fisica/materiale, organizzativa, etica) declinandola in relazione al fattore anagrafico, alla condizione lavorativa, alla patologia di cui soffre la persona assistita, al sistema di sostegno familiare, sociale, di pari.
Specchiandosi nelle trame e nei protagonisti dei film si crea un’empatia che favorisce l’emergere della complessità del prendersi cura e il significato ed il valore sociale della relazione di aiuto.
Con “La famiglia Belier” (regia di Eric Lartigau) l’attenzione si focalizza su cosa significa essere giovane caregiver e cercare la conciliazione tra questo ruolo, gli impegni scolastici prima e poi il desiderio di valorizzare professionalmente i propri talenti.
Con “Tra 5 minuti in scena” (regia di Laura Chiossone) la fiction si mescola con la realtà e la protagonista mostra quanto sia difficile coniugare lo scorrere del tempo della propria vita con quello della madre che, invecchiando, perde autonomie, chiede attenzioni crescenti generando nella protagonista pesanti sensi di colpa.
In “Florida” (regia: Philippe Le Guay) il protagonista è un anziano imprenditore che cerca di convivere con un decadimento cognitivo crescente, mentre la figlia- che già lo aveva sostituito nella gestione aziendale- asseconda le richieste del padre e non lo lascia solo, ma la sua vita, insieme a quella del padre, rischia di cambiare significativamente rimettendo in discussione il suo progetto esistenziale.
In “Genitori” (regia: Alberto Fasulo) si pone l’attenzione sull’importanza di condividere “fardello, gioie ed esperienze” nell’ambito di un gruppo di auto mutuoaiuto per trovare soluzioni al miglioramento della propria vita e di quella dei propri figli disabili. Il gruppo che diventa una micro-società, ma anche una “famiglia” in cui si aiuta se stessi prendendosi cura degli altri .
Infine, nel film “La stanza di Marvin”(regia di Jerry Zaks) si evidenzia come la persona di cui ci si prende cura possa essere lei stessa un soggetto in grado di favorire un processo di riavvicinamento, riappacificazione e ricostruzione di legami familiari.
La rassegna conduce lo spettatore verso una visione della cura come superamento della dicotomia tra curante e curato, come una dimensione in cui –come sostiene Gilligan- la cura dell’altro è indissociabile dalla cura di sé essendo la relazione di cura - come ben evidenziato da Elena Pulcini – il riconoscimento della vulnerabilità costitutiva dell’essere umano. Ed è tale riconoscimento che dà valore alla pratica di cura, che la fa uscire dalla mera dimensione privata, collocandola nella sua dimensione sociale e quindi nella sfera pubblica con il relativo riconoscimento di diritti.
Diritti che sottendono l’azione sviluppata in questi anni e di cui si parlerà nei diversi convegni che caratterizzano il programma della settima edizione del Caregiver Day