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laura pettinatoAbbiategrasso è la prima città in Italia ad essere “Dementia Friendly Community” (DFC).
Cosa significa essere una città amica delle Persone con demenza?
È una città, paese o villaggio che mostra un alto livello di consapevolezza e comprensione da parte dell’opinione pubblica in modo che le persone che vivono con la demenza e le loro famiglie ed assistenti siano incoraggiate a cercare aiuto e siano sostenute dalla loro comunità. Tali comunità sono più inclusive nei confronti delle persone con demenza e migliorano la loro capacità di rimanere indipendenti e avere scelta e controllo sulla propria vita.
Dal 2016 ha preso avvio ad Abbiategrasso la creazione della prima città italiana amica delle persone con demenza, scelta da Federazione Alzheimer Italia nell’ambito del programma di attivismo internazionale “Dementia Friendly Community”, nato su iniziativa di Alzheimer’s Society a favore delle persone con demenza e dei loro famigliari. Obiettivi principali per la creazione di una DFC sono la riduzione dello stigma sociale nei confronti delle persone con demenza, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e degli operatori dei servizi pubblici e privati e la partecipazione al processo di mutamento sociale da parte delle persone con demenza e dei loro familiari in tutte le fasi di attuazione.

francesca carpenedoNel corso del 2018 i volontari del T.A.M. hanno effettuato 190 telefonate di contatto con le persone che si sono rivolte Schermata 2019 02 19 alle 18.15.36al servizio, registrato 150 chiamate in segreteria telefonica e risposto a 112 telefonate ricevute durante le 139 sedute d’ascolto.
La tendenza dell’anno mostra un numero complessivo di chiamate in discreto aumento, fatto riconducibile anche all’aumento delle giornate dedicate all’ascolto attivo. Da giugno 2018 infatti gli addetti all’ascolto sono presenti anche nella giornata del lunedì e da settembre è stata aggiunta anche la giornata del mercoledì, sempre con il medesimo orario dalle 16.00 alle 18.00.

Il progetto di ricerca, di cui è titolare il Comune di Ponte San Nicolò, è stato promosso dall’OMS e gestito da Aifo (Associazione italiana amici di Raoul Follereau) in collaborazione con il CSV di Padova, l’ASL di Padova, l’Università di Padova e diverse associazioni territoriali. Sul piano generale, la finalità del progetto è quella di contribuire all’identificazione di nuovi modelli di assistenza e di servizi per le persone anziane, attraverso lo sviluppo di una ricerca - azione sul territorio di Ponte San Nicolò (PD) che prevede il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle persone anziane stesse verso la costruzione di una comunità coesa ed inclusiva.
I protagonisti diretti del progetto sono stati un gruppo di persone anziane, che hanno provveduto, con il supporto di esperti, ad individuare soluzioni innovative e proattive in risposta ai loro bisogni e aspettative attraverso la scoperta e mobilitazione delle risorse della comunità.

Sta funzionando a pieno ritmo il laboratorio de “Tortellante”, nella nuova sede inaugurata a Modena l’11 novembre scorso. Non sono stati necessari momenti di ambientazione e inserimento.
I ragazzi- ritrovati gli amici, gli operatori, i famigliari, gli strumenti di lavoro- hanno ripreso a chiudere tortellini, allinearli nell’apposito tagliere sino a riempimento, ricominciare da capo su uno vuoto, con una serenità e tranquillità che chiunque, specie se si conoscono le difficoltà comportamentali dei ragazzi autistici, ne rimaneva stupefatto.
L’avevano fatto anche il giorno dell’inaugurazione nella confusione generale di famigliari, invitati, autorità pubbliche (Comune, Regione, Questura, Guardia di Finanza, Associazioni economiche, sindacali, di volontariato), giornalisti e fotografi. Con loro i ragazzi addetti ale funzioni di camerieri.
La presidente Erika Coppelli nella sua presentazione, aveva sottolineato il ruolo svolto dalle nonne/nonni, che andava oltre la funzione di baby sitter. Allora ho deciso di incontrarle, convinta sempre di più che una “nonna” è qualcosa di più di una relazione anagrafica.
Velo46132899 10217638976955138 5141879050851057664 oMani46074274 10217638974995089 8437156291679354880 oMamme nonne e nonni46024624 10217644616696128 1401457445116575744 oCameriere46056221 10217644611776005 4200891101147561984 oCameriri46018320 10217638976555128 409015843041574912 o

È questa solo la prima tappa di un viaggio all’interno di un’esperienza di un centro aggregativo per anziani “ I saggi “ di San Cesario sul Panaro, un piccolo Comune della pianura modenese, attivo dal 2013.
Ne parlammo al suo avvio nel 2013 con l’allora assessora del Comune, ora coordinatrice del Centro Maria Borsari. Andremo in tappe successive ad approfondire alcuni aspetti di questa esperienza che mi sono apparsi significativi , (come richiamato nelle “Mille Parole”) non solo per l’esperienza in sé, ma per lo spunto che possono dare per discutere di comunità, di reti, di integrazione tra le diverse fasce di cittadini, in particolare quelli più a rischio di emarginazione.
Gli anziani, ormai si ripete in tutte le occasioni, tra pochi decenni saranno il 25% della popolazione. Non si possono ignorare le implicazioni, in tutti i cari campi della società.
Per non perdere la prima informazione questo mese si annuncia il programma che partirà a settembre.

Progetto 2018
Diritti in Movimento” - PAOLO CENDON *

GENERALITÀ

Prende il via quest’estate 2018, come preannunciato nei mesi scorsi, un "Movimento" che mira a occuparsi organicamente dei diritti delle persone fragili. E’ un progetto (apartitico) volto a rimettere il "diritto civile" al centro degli interessi, della discussione politica, del metodo di lavoro: se è vero che sempre più la vulnerabilità - da cui tanti momenti della nostra vita sono contrassegnati - richiede parole di prossimità, confidenza, interscambio

teresa gallelliMolto spesso, siamo portati a pensare che i concetti che incontriamo quotidianamente sul nostro lavoro di progettazione e sviluppo di nuovi strumenti per i cittadini, siano conosciuti da chi li dovrebbe utilizzare. Succede però, che quando si parla con persone che non sono del settore, parenti ed amici, notiamo che anche se si sforzano di capire, cosa significano termini tipo cloud, devices, big data, banda ultra larga, Internet of Things, progetti europei, partner di altri Paesi, non è immediato fare intuire l’importanza della ricerca e le potenzialità di crescita e di innovazione. Bello e interessante, rispondono, ma dopo qualche giorno quasi non ricordano più quei termini. Allora è evidente che diffondere questi concetti e fare in modo che le tecnologie siano usate da tutti o perlomeno da chi ne può trarre beneficio, fa parte delle attività di un progetto a supporto della vita sana e attiva e incide sull’effettiva adozione dei prodotti e dei servizi che sono sviluppati.

teresa bonifacio

La violenza contro gli anziani è un’odiosa piaga sociale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un problema in costante crescita, sottostimato, universalmente diffuso e pochissimo riconosciuto ed indagato. Difatti è stato a lungo ritenuto una questione “privata”, più che pubblica, come del resto altre forme di violenza domestica, rispetto alle quali ha però riscosso attenzione molto più tardivamente. Forse perché le voci di chi ne è vittima sono spesso persino più flebili e inascoltate di quelle di donne e bambini. Forse perché gli studiosi non sono ancora riusciti a pervenire a una definizione univoca di “violenza sugli anziani” né a dire il vero nemmeno a una definizione univoca di “anziano”, e molti degli studi condotti hanno portato a risultati che è difficile raggruppare in un database unico.