Salute, Benessere, Scelte individuali

Salute, Benessere, Scelte individuali

marina piazzaIl libro a cui mi riferisco nel titolo nasce da un corso tra donne sul tema della vecchiaia. E il corso nasce da un mio libro pubblicato nel 2012 L’età in più. Narrazione in fogli sparsi, Da qui è nato il progetto di tenere alla Libera Università delle Donne una serie di incontri sul tema della vecchiaia. Agli incontri – che si sono svolti in due cicli, per due anni dal novembre 2013 al maggio 2015 - hanno partecipato circa venti donne, dai 60 ai 78 anni con una presenza costante e intensa.
Il libro è la trascrizione “riveduta” (con la collaborazione di Clara Mantica) di questi incontri, con l’aggiunta di scritti in prima persona di alcune di noi e di brani suggeriti di autori e una bibliografia.

Naturalmente il gruppo era consapevole di un rischio: quello di perdere l’immediatezza, la chiarezza, persino la profondità, la tenerezza e l’emozione con cui ciascuna si è espressa. Abbiamo voluto correre questo rischio perché ci è parso che ci sia sete di pensieri e parole sulla vecchiaia. Non emerge da questo resoconto nessuna visione precostituita, nessuna ideologia giovanilistica o al contrario vittimistica, nessuna lamentazione fine a stessa, ma voglia di capire, oserei dire persino curiosità.

ferdinando schiavoL’arte deve scuotere e non sempre consolare!
Arte, sentimento e lealtà del racconto a volte superano la realtà, coinvolgono emozioni e sentimenti e servono a contrastare falsi miti, luoghi comuni, errori e disinformazione, a far mutare opinioni e atteggiamenti. A insegnare.
Uno dei compiti per chi si occupa di malattie devastanti come le demenze consiste nel fornire ai pazienti, ai loro familiari, agli operatori sociali e sanitari ed ai comuni cittadini che desiderano accrescere le loro conoscenze, informazioni corrette e utili a far fronte a notizie superficiali che spesso vengono propinate dai mezzi di informazione oppure si propagano e circolano tra la gente nei meandri dei luoghi comuni.

elvioraffaello martiniParlare di benessere degli anziani nella comunità vuol dire parlare di condizioni di vita e non solo di servizi sociali o sanitari disponibili per loro. Vuol dire parlare di cultura, di valori, di organizzazione sociale, di qualità delle relazioni fra le persone, di vitalità della vita comunitaria e non solo delle risorse economiche che sono necessarie per vivere. Vuol dire mettere a fuoco che vita è possibile per gli anziani in un determinato contesto, quali condizioni favoriscono il loro benessere o contribuiscono al loro disagio. Questo è anche l’approccio più recente e pare più promettente nel campo della promozione della salute. Comunità che promuovono salute hanno chiaro cosa serve per stare bene e sono impegnate a realizzarlo.

sonia baccettiAgopuntura, fitoterapia e omeopatia sono presenti in oltre novanta ambulatori pubblici. A queste discipline si rivolge circa il 15% dei cittadini toscani per un’ampia gamma di patologie.

Una splendida anomalia

Le medicine complementari, e più precisamente agopuntura e medicina tradizionale cinese (MTC), fitoterapia e omeopatia, sono protagoniste in Toscana, sin dagli anni Novanta, di un originale percorso d’integrazione nel servizio sanitario pubblico. Oggi sono parte integrante del sistema di salute regionale.

renato frisancoLa soluzione maggiormente praticabile per rilanciare le cure primarie attraverso nuove sfide, organizzative e culturali insieme, è oggi la Casa della Salute (CdS). Essa facilita i percorsi e i rapporti tra i servizi sanitari e sociali - tra loro integrati - e i cittadini, e restituisce alla popolazione una visione unitaria del problema della salute, contemperando il diritto alle cure di ogni cittadino con la riorganizzazione del welfare locale. In sostanza, attraverso la Casa della Salute si rende di fatto operativo il passaggio dal Welfare State al Welfare Community - e quindi dalla “sanità” alla “promozione della salute” - visibile lo spostamento del baricentro dell’intervento dall’ospedale al territorio e possibile la corresponsabilizzazione dei cittadini organizzati.

valeria masseiI Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono definiti all’art. 1 del decreto legislativo n. 502 del 30 dicembre 1992 come l'insieme delle prestazioni che sono garantite dal SSN, a titolo gratuito o con partecipazione alla spesa (ticket), perché presentano per specifiche condizioni cliniche evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, individuale o collettiva, a fronte delle risorse impiegate. Tale sistema costituisce un classificatore e nomenclatore delle prestazioni sanitarie sulla base della loro erogabilità da parte del Servizio sanitario nazionale (SSN).(*)

ferdinando schiavoQual è il compito principale di noi medici? Senza ombra di dubbio quello di curare, anzi, prenderci cura delle persone che si affidano a noi per una diagnosi ed eventualmente per una terapia, nel migliore dei modi possibili, ricordando che il rapporto fra professionista della salute e paziente è un confronto impari fra uno che sa verso uno che non sa, uno che è forte verso uno che è debole. Una modalità antica che nello stesso tempo dobbiamo considerare innovativa ci dice che questo rapporto deve basarsi sull’empatia (so che cosa avverti nell’animo), sull’informazione (hai il diritto di sapere), sulla comunicazione (devo essere in grado di sapertelo dire) e certamente sulla professionalità (so che cosa fare a livello tecnico).

foto 1Un po’ di storia. Negli anni ’80 prese il via a Modena una strutturata politica di interventi rivolti alla popolazione anziana anche con la creazione presso il Comune di un nuovo ufficio ”Attività promozionali anziani”. Questa attività di largo respiro vide la collaborazione istituzionale fra la Giunta Comunale di Modena (in particolare il vicesindaco B. Flori e l’assessore A. Sacchi) e l’Università di Modena, cioè la cattedra di Geriatria diretta dal prof. GP Vecchi. Il motto guida fu “Dare vita agli anni e non anni alla vita” da cui discendevano due importanti corollari, “Anziano non è sinonimo di Malattia” e “il territorio organizzato anche in strutture è sede e fattore di riattivazione/riabilitazione psico-fisica”. Per restringere il resoconto a quest’ultimo aspetto, è coerente l’avvio del progetto Casa Albergo Cialdini. In questa struttura si cercava di far convivere gli aspetti individuale-familiare con quello comunitario.