Il metodo GENTLECARE si ispira ad un'esperienza di vita compiuta attraverso la malattia del padre dalla sua autrice, la canadese Moyra Jones.
E' rivolto alle persone portatrici di demenza, ma può essere applicato alla cura di tutte le persone anziane e a tutti coloro che si relazionano con loro, siano essi caregivers familiari e professionali.
Il Gentlecare segna un radicale superamento delle indicazioni assistenziali proposte solitamente, perché tende ad occuparsi del benessere della persona anziana attraverso un approccio che si fonda sulla centralità del cliente e non sulla sua malattia.
La triade su cui si basa, persone-programmi-spazio fisico è alla base della costruzione della mappa Gentlecare.
Il modello unisce nel lavoro di cura lo staff, i diversi professionisti, le famiglie e i volontari, dove si cerca di far prevalere la flessibilità in alcuni programmi di cura , non la rigida organizzazione che lega ancora molte equipe nel loro lavoro di assistenza quotidiana .
"Un ambiente fisico di aspetto casalingo è un ingrediente necessario della qualità della vita e del successo nel gestire depressione e sintomi comportamentali". Nella mia esperienza lo spazio è un elemento essenziale nella cura, e come Moyra Jones insegna: " In ogni ricordo di una persona anziana non viene mai cancellata l'idea della parola CASA, perché lì è dove si trova il cuore!". L'adattamento dell'ambiente non guarisce la demenza, ma finché non si troverà un'altra cura medica, la creazione di ambienti familiari può fare molto per responsabilizzare le persone con danno celebrale.
Se cominciassimo a pianificare edifici nei quali le persone malate vivano gradevolmente, forse potremmo aiutarli veramente a sopportare il deterioramento causato dalla demenza con un minimo di dignità e di conforto. Un ambiente protesico deve essere detto tale se ideato per sostenere le capacità ancora illese del malato e di supportare quelle compromesse, contenendo al massimo le cure farmacologiche. Noi tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa, perché l'anziano malato è una realtà, è presente, è vero e soprattutto: è una persona. Il fatto che non esiste una cura per debellare questa brutta malattia, legata all'invecchiamento, non è una giustificazione, bensì deve essere uno stimolo per trovare insieme soluzioni per vivere meglio.
La giornata deve essere riempita di "vita" non solo di routine legate all'organizzazione e alle semplici ADL ( attività della vita quotidiana Activity Daily Life). Tutto può essere inteso come attività, la vita stessa lo è.
La giornata va riempita di occasioni, che siano come delle domande individuali alle quali l'anziano risponde con delle attività. Per esempio vedere cose o persone è un'ottima attività ( non intesa spesso come tale), parlare cosi come camminare insieme, ballare anche solo muovendo le braccia: attività tutte fondamentali, necessarie ma significative solo se vengono fatte con significato. Si può spaziare da cantare, cucinare, spolverare, fare piccoli lavoretti a maglia, "Lavorare" ( attività preferita dagli uomini, dal carteggiare mobili a semplici attività di giardinaggio) a seconda delle persone e della gravità della loro malattia.
E' importante che gli operatori valorizzino queste attività e non arrivino a considerarle puro assistenzialismo o semplice "occupare il tempo". Molte volte una giornata di normale routine può essere arricchita di tante occasioni piacevoli e gratificanti, cosi come una giornata "catastrofica" può essere modificata e resa più vivibile da semplici attività fatte nel modo più idoneo e indirizzato verso l'obiettivo: tranquillizzare l'ospite garantendogli un benessere di vita.
Pianificare le attività in modo diverso significa dare una diversa qualità di vita anche alle persone affette da demenza che ne hanno perso il senso più profondo.
Guardare un anziano e vedere felicità, osservare un anziano e percepire spensieratezza, capire il dolore e provare ad alleviarlo senza farmaci, tutto questo è parte di Gentlecare!
( programma di corsi per operatori Gentlecare)