Nei giorni scorsi ho rimesso a vista sul mio FB professionale il progetto Ciabatte Rosse. In tanti lo conoscete. Provate allora a vincere la noia e la tristezza che può provocarvi la lettura sul mio o su questo stesso sito ( qui e qui ).
Lo faccio da qualche anno quando sta per arrivare il 25 novembre, oramai consolidata Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tuttavia in pochi, e quest’anno nessuno, appaiono interessati alle anziane coinvolte nella violenza silenziosa da farmaci, intesa (nella migliore delle ipotesi) come atteggiamento di mancata attenzione verso una somministrazione oculata, appropriata, di farmaci (che nell’età avanzata spesso sono tanti) nelle Persone di una certa età, in particolare se di genere femminile.
Le Ciabatte Rosse sono una realtà scarsamente visibile, non vola alto nei media come le Scarpette Rosse, i femminicidi di Persone giovani. Ma le ciabatte insanguinate sono molte di più, sono una moltitudine che giace mortalmente assopita, oppure che si dimena - e magari é legata: la contenzione fisica é tra i tanti fattori di scatenamento del Delirium - nei letti di casa, nelle residenze per anziani, più di frequente negli ospedali.
Il Delirium, questo sconosciuto dirimpettaio che vive nello stesso condominio accanto alla fragilità, alla cronicità e alle demenze non è l’unico attentatore alla salute o alla vita di chi è vulnerabile.
A qualche anziana magari va meglio, per modo di dire: sono quegli esseri umani bloccati nella gabbia farmacologica che gli ha regalato un parkinsonismo fatto di rigida lentezza nel cammino, nei movimenti, nella mimica, e di probabili cadute conseguenti. Altre ancora, imbambolate, confuse ed irrequiete nel vai e vieni, nell'oscillare ritmicamente sulle gambe “sul posto”, nel continuo passare dal letto alla poltrona e viceversa alla improbabile ricerca di una postura serena, nella fatica a stare ferme o zitte, nell'ansia che sembra sgorgare da quell'Etna che gli cova dentro e che si chiama Acatisia (i medici la conoscono?).
E quale dei 2 o anche 5 psicofarmaci sta provocando tutto questo? Le nostre coscienze, ma anche le nostre conoscenze, le nostre responsabilità si stanno assopendo.
Fiorisce comunque qualche evento sul tema della violenza (fisica) agli anziani (alle anziane, torno a ripetere, che sono la stragrande maggioranza) nell’avvicinarsi inquieto e forse retorico del 25 novembre.
Capisco, concordo per l’impegno, ma.. le vecchiette e i farmaci?
A settembre all’Alzheimer Fest a Treviso, su invito dell’altro vulcano che si chiama Giorgio Pavan, ho coordinato un vivace gruppo in Liberaci da ogni contenzione nell’ambito di Cinquanta sfumature di… cura. Laura Guidi di Giovani nel tempo di Bologna, Livia Bicego di “Trieste libera da contenzione”, Cristina Gentile dell’ITIS di Trieste, Alberto Longhi di Vendrogno (Lecco), l’accoppiata Silvana Marin e Silvia Spolti di Cologno sul Serio (Bergamo), E. Siviero di Rossano Veneto (Vicenza) ed infine Ivo Cilesi (che non ha bisogno di presentazione) hanno raccontato con pacatezza ed estrema chiarezza, la loro esperienza mettendo sul piatto anche delle serie proposte.
Mi spiace per motivi di tempo non riuscire a descrivere i contributi dei colleghi e colleghe coinvolte, forse riusciremo a elaborare un documento che in sintesi possa essere in grado di trasmettere il messaggio univoco emerso da quelle quasi due ore passate assieme e con chi ci ha ascoltato. Non ci eravamo messi d’accordo (sarebbe stato compito mio…) e poteva quindi accadere che qualche relatore ripetesse concetti già enunciati da altri: non è avvenuto, le esperienze raccontate e proposte come modello da ognuno sono state originali, intriganti, stimolanti. Mi limito qui ad elencare solamente una parte delle Parole che sono emerse da tutti loro: Quotidianità, Sinergie, Rete, Condivisione, Flessibilità, Dignità, Abbraccio, Dubbi, Insicurezza, Consapevolezza, Complessità, Ritmi naturali per gli ospiti, Organizzazione per giornata, Conversazione con… gusto e, infine, Buonanotte ai sognatori e Scatole dei sogni!
Fuori programma, abbiamo ospitato Marcello Galletti della Comunità Valdese che per motivi di orario non avrebbe potuto partecipare allo slot successivo assegnatogli, dal titolo simpaticamente eloquente "Sesso amore e fantasia". Marcello ci ha raccontato una storia d’amore tra due ospiti di una residenza per anziani: in fondo, a pensarci bene, l’amore può essere una forma di lotta contro la disperazione e di conseguenza contro la contenzione! Con Marcello abbiamo poi condiviso due giornate emozionanti a Pinerolo in ottobre, assieme a Wendy Mitchell ed Eloisa Stella di Novilunio.net ( qui su PLV).
I limiti. Si è discusso, quindi, unicamente di contenzione fisica e ambientale ma non di quella farmacologica, il mio pallino ossessivo, che è un tema tremendo, e lo sapete. Complessissimo e diffuso. Bisogna conoscere, studiare, avere esperienza, aggiornarsi continuamente. Non interessa tutte le figure professionali che ruotano attorno agli anziani fragili con o senza demenza in quanto molti degli operatori coinvolti ritengono che gli eventi avversi da farmaci, dalla dinamica “semplice” (per modo di dire) oppure complessa per lo sviluppo a circoli viziosi o a cascata, siano gatte da pelare in maniera esclusiva da parte dei medici.
Eppure, quello dell’appropriatezza dei farmaci in un contesto in cui peraltro i farmaci abbondano influenzandosi a vicenda nel bene e nel male e interagendo col corpo e con la mente, resta un tema disatteso malgrado si sappia, si percepisca, si documenti scientificamente (i criteri di Beers! La Bibbia per chi si interessa di vecchi!) che in troppi casi le cose non vanno nel verso giusto. E spesso accade sulle ali del “tanto è vecchio”.
Ho letto che ogni anno in Italia si accettano 165 futuri specialisti in Geriatria rispetto a 400 pediatri… “ in un mondo dove nascono più vecchi che bambini”!
I nostri politici non comprendono molte dinamiche sanitarie perché non hanno le fattezze mentali degli statisti: lo statista pensa al futuro, anche lontano, ai nipoti, fa programmi a lunga scadenza, è intelligente e prevede. Quegli altri… no.
Qualche anno fa Marco Trabucchi ha pubblicato alcune riflessioni sulla rivista dell'AIP Psicogeriatria. Attraverso una domanda: "La cronicità è un successo della medicina?" ... si é dato una risposta: "La classe medica è impreparata ad affrontare lo scenario determinato dall’invecchiamento della popolazione e dalle malattie croniche". Ha ragione. Mi cimento spesso in chiacchierate con colleghi che innocentemente mi chiedono se possono usare dei noti sonniferi su anziani “che non dormono” e che di notte sono confusi. “Molto spesso le benzodiazepine e comari, come lo Zolpidem, danno effetti paradossi…” rispondo. E poi domando: “ma hai fatto tu, o altri hanno eseguito qualche test cognitivo breve come il Mini Mental e quello dell’orologio?” Spesso no. Per alcuni di loro la demenza è un fatto naturale e trascurabile se la Persona è anziana. Puro ageismo.
Ma io li incalzo e indago, a spese delle mie corde vocali e del mio tempo libero perché, se da un lato l’affermazione è secca (NON DORME), tuttavia sembra presupporre sempre, o quasi, una risposta farmacologica rapida. Ma non è così, almeno in una dimensione di serietà professionale nella quale dovremmo (io e loro) compiere un’indagine accurata ed elencare una serie infinita di domande (a che ora va a letto, che cosa beve o mangia di «eccitante» durante il giorno, cosa mangia o beve a cena, che farmaci usa, russa, va in apnea, come dormiva prima di ammalarsi, dorme durante il giorno, ecc.)… Un esempio banale ma frequente: se questa Persona va a letto alle 19, può svegliarsi “fisiologicamente” alle 2 o alle 3 e questa non è insonnia! Bisogna prospettare di conseguenza delle soluzioni, che non sempre includono uno psicofarmaco. Complicato, no? Come spiegare, ancora, la rottura di quell’equilibrio fantastico dell’architettura del sonno in una Persona con Demenza?
Mi ha molto inquietato in questi anni recenti l’assenza dei medici dell’organico o che collaborano come medici di medicina generale in residenze per anziani agli eventi informativi organizzati nel loro stesso luogo di lavoro o comunque in posti vicini.
E negli ultimi mesi mi sono giunti messaggi allarmanti che riguardano ancora i medici circa l’utilità di organizzare un evento formativo sul tema dell’invecchiamento della popolazione, della fragilità, delle “malattie da farmaci” e del campo complesso delle demenze e parkinsonismi. Le conseguenze: in almeno quattro realtà il disinteresse dei medici di strutture residenziali per anziani o del territorio ha determinato la mancata organizzazione dell’evento fortemente voluto dalle altre figure professionali “che desideravano sapere di più su quell’argomento che sembrava stridere con la loro realtà operativa”…
Credo e temo, per esperienza, che si tratti dell’effetto Dunning-Kruger! Ne ho accennato di recente commentando su PLV il libro di Tom Nichols “La conoscenza e i suoi nemici” (PLV recente). Sono i nomi dei due psicologi della Cornell University che hanno studiato quanto sia altamente improbabile che persone disinformate o incompetenti riconoscano la propria o l’altrui ignoranza o incompetenza. Lo studio è del 1999 ed in sintesi descrive il fenomeno per cui più si è ottusi e più si è convinti di non esserlo. “Meno si sa, meno si è consapevoli di non sapere”: ce lo ricorda nuovamente Corrado Augias il 19 novembre 2019 su Repubblica.
“Non solo giungono a conclusioni erronee e compiono scelte infelici – scrive Nichols - ma la loro incompetenza li priva della capacità di rendersene conto”. Per (tutti?) noi umani e pertanto anche per alcuni miei colleghi “le cose che non si sanno non esistono”. Con queste motivazioni li torno ad invitare a leggere con umiltà e attenzione la mia Proposta di Progetto di de-formazione professionale in tema di fragilità, demenze e parkinsonismi, fatta a fin di bene collettivo perché a debita distanza dalla distorsione e dalla zavorra dei pregiudizi e dei luoghi comuni che persistono tra la gente comune, i professionisti non medici della Salute, i medici (e persino gli specialisti neurologi, geriatri, psichiatri e internisti).
La possono trovare sul mio sito, insieme al Progetto già portato a termine pochi anni fa “La strage delle innocenti”!
Concludo questa mia testimonianza nella terra delle anziane vittime di violenza silenziosa e nascosta con alcune “sensazioni” emerse da un convegno ECM ben organizzato a Sacile (PN) il 25 ottobre 2019 dalla psicologa Laura D'Ospina e dalle sue ottime colleghe di lavoro. Il tema riguardava i disturbi comportamentali nelle Persone anziane osservati con lo sguardo dello psichiatra (anzi di due: Domenico Ferrara e Marco Bertoli), del neurologo e di altre figure professionali, peraltro numerose e diversificate.
All'evento non si era iscritto, tuttavia, nessun medico.
Nella seconda parte dell'incontro sono stati formati 4 gruppi di "riflessione" sull’esperienza di lavoro in struttura per anziani: sono emersi dati interessanti, alcuni piacevolmente prevedibili, visto il contesto altamente collaborativo che si respirava, altri no:
- si lavora bene in "rete", aiutandosi a vicenda anche a sopportare il carico derivante dalla complessità nella gestione di Persone con demenza o comunque con anomalie comportamentali...
- esiste una criticità che riguarda la figura professionale quel giorno assente: il medico. Secondo i professionisti sanitari e sociali "non-medici" dei quattro gruppi non sempre il contributo del medico é risultato collaborativo e particolarmente legato alle dinamiche di approccio della "rete", apparendo quasi avulso da quella gravosa atmosfera di impegno “coi vecchi”, da quel quotidiano onere professionale per una gestione umana e scientificamente corretta delle Persone deboli affidate alle loro cure.
- infine, tutti e quattro i referenti dei gruppi si sono espressi in un italiano corretto, ricco di significati e suggestioni e nello stesso tempo sintetico, perfetto. Non é un dato trascurabile, per niente!
Nanni Moretti da "Palombella Rossa": Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti.
Come potete osservare, siamo transitati da Ciabatte Rosse a Palombella Rossa: che ci sia sotto qualche recondito, oscuro significato?