Operatori, Servizi, Formazione

Operatori, Servizi, Formazione

Sabrina PoggiLa nostra RSA si chiama Villa Serena (di questi tempi difficili e di emergenza, posso dire “serena” di nome ed anche di fatto, poiché al momento non siamo stati toccati dal mostro “Covid-19”, contrariamente a tutto ciò che oggi passa sui tg e giornali...) ed è sita nelle suggestive colline dell’Oltrepò Pavese e gestita da CONCORDIA Società Cooperativa Sociale, affermata da anni nel settore socio assistenziale, socio-sanitario ed educativo. Ad oggi ospitiamo 87 ospiti, divisi su tre Nuclei, di cui un reparto protetto dedicato all’Alzheimer. Da sempre siamo impegnati in attività e progetti tesi al benessere globale dei nostri ospiti. Per quanto riguarda il comparto educativo, di cui faccio parte assieme alla mia collega Alida, ce n’è per tutti i gusti: musicoterapia, arteterapia, lettura, uscite in giardino (e, prima di questa emergenza, sul territorio), funzioni religiose, feste, progetto relax,  , ludoterapia, cineforum, ginnastica dolce, interventi individuali di sostegno psicologico, progetti intergenerazionali con le scuole…), con un’attenzione particolare verso la demenza di Alzheimer, con attività specifiche, oltre a quelle citate, tra cui: stimolazione sensoriale e senso-ambientale, psicomotricità, psico-danza, progetto ludico-motorio.
Il gruppo fisioterapico, composto da altri due colleghi, è coinvolto in altre attività di gruppo ed individuali per garantire la stimolazione necessaria ai nostri ospiti.
Il nostro impegno è esteso anche ai familiari, tramite l’istituzione di uno sportello di ascolto al fine di mantenere un rapporto diretto con loro, garantire il continuo aggiornamento sullo stato psicosociale del proprio caro, sulla partecipazione in attività/progetti ed eventuale andamento comportamentale, ed infine offrire una consulenza adeguata al carico emotivo per poter accettare al meglio l'istituzionalizzazione.
Collaboriamo inoltre con il gruppo Clown di Corsia Voghera Onlus, che da qualche anno, gratuitamente, si spendono per portarci la loro allegria e la loro dolcezza. Come dire, una grande famiglia, ed una grande passione, oltre che un lavoro. I risultati di ognuno di noi sono i risultati di tutti e crediamo fermamente in ogni piccolo grande passo che facciamo ogni giorno.
Questo per quanto concerne l’ambito interno.
Per quanto riguarda la misura RSA APERTA, è in effetti, una modalità in cui le strutture aprono al territorio per fornire assistenza professionale a casa degli utenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita agli anziani che risiedono al domicilio, favorendovi la permanenza, ritardando il più possibile l’ingresso in una RSA e dando un supporto concreto ai famigliari che gestiscono da soli, o quasi, la malattia del proprio caro. Le misure che in ambito “RSA Aperta” mettiamo in atto, sono molteplici, in funzione della tipologia di utenti, mettendo loro a disposizione le figure dell’educatore professionale, fisioterapista, terapista occupazionale e ASA:

Persone affette da Demenza Certificata:

  • Stimolazione Cognitiva;
  • Consulenza e sostegno alla famiglia per la gestione dei disturbi del comportamento;
  • Stimolazione e mantenimento della capacità motorie;
  • Igiene personale completa;
  • Supporto psicologico al caregiver;
  • Interventi per problematiche legate alla malnutrizione e disfagia;
    ·Consulenza e formazione finalizzati all’adattamento degli spazi abitativi alle mutate esigenze dei pazienti.

 Anziani non autosufficienti:

  • Interventi di mantenimento alle abilità residue;
  • Consulenza e formazione finalizzati all’adattamento degli spazi abitativi alle mutate esigenze dei pazienti;
  • Consulenza alla famiglia o caregiver per la gestione di problematiche specifiche relative all’alimentazione;
  • Consulenza alla famiglia o caregiver per la gestione di problematiche specifiche relative all’igiene personale;
    ·Interventi al domicilio occasionali e limitati nel tempo di sostituzione del caregiver.

 Grazie a questa iniziativa ho conosciuto Gianni Zanotti, il mio eroe da quel giorno di aprile 2018, giorno in cui è entrato nella mia vita scombinando tutti i miei preconcetti e tutte le conoscenze dettati dagli anni di studio. Otto anni di patologia e mi parlava con una lucidità e risolutezza disarmanti!
Lui non era più in grado di tenere una biro in mano e di scrivere, chiedeva il mio aiuto per portare a termine il suo secondo libro, il suo capolavoro sull’Alzheimer. Cosa mai poteva impedircelo???
Questo è un estratto del progetto “narrativo” pensato per Gianni:
“La narrazione è di grande importanza non solo per tramandare il sapere, ma è imprescindibile per lo sviluppo dei processi cognitivi e dell’intelligenza, perciò è facile immaginare che il suo ruolo sia altrettanto rilevante nei momenti drammatici dell’essere umano, al cospetto della sofferenza, della malattia e della vecchiaia. In questi passaggi la persona che soffre ha bisogno di essere considerata nella sua interezza, non è soltanto un corpo malato ma un individuo con i suoi trascorsi e le sue emozioni, col suo bisogno di comunicare e di essere compreso. Risulta perciò fondamentale mettere al centro la persona e non la malattia, considerando i suoi trascorsi, i timori, le aspettative. In quanto risulta evidente ancora l’interesse alla scrittura ed alla narrazione in un utente che autonomamente non riesce più a sostenere tale passione, si procederà nel prossimo trimestre con tale progetto, opportunamente documentato e monitorato, al fine di continuare a raccogliere i pensieri, le preoccupazioni, ma anche l’ironia, di un uomo che ancora non si arrende alla sua patologia e fa delle sue passioni il suo unico appiglio. Gli ambiti di azione previsti sono:
·         Stimolazione cognitiva, attentiva, mnesica
·         Garantire qualità di vita, autostima e senso di autoefficacia
·         Contrastare la demotivazione ed i BPSD (Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia- sintomi comportamentali e psicologici della Demenza)

  • Fornire supporto all’utente e sostegno/sollievo al caregiver famigliare”

 Abbiamo scritto insieme, lui dettando e parlando "a ruota libera", io seduta accanto a lui a tradurre al PC i suoi pensieri, che non riusciva più a riversare su carta…e siamo diventati una squadra, anzi, di più…siamo una grande e bellissima famiglia allargata! Ancora oggi proseguiamo con il progetto, forse un po’ più a fatica e un po’ più disorientati, ma assolutamente non ci fermiamo!
A nostro parere, oltre al valore personale di questo libro, questa avventura porta un grande messaggio... Ai malati, alle famiglie, che troppo spesso non sanno come affrontare una diagnosi così spaventosa, ai professionisti del settore, e a tutti coloro che in un modo o nell'altro possano approcciarsi a questa patologia disarmante. È una storia di coraggio, di amore, di tenerezza e di risolutezza. Una storia che tutti dovrebbero conoscere.
Aggiungo un paio di link... il primo è un video su Youtube che abbiamo realizzato assieme ai nostri ospiti in questo periodo di reclusione forzata, se le va di guardarlo e/o di condividerlo… Il secondo, invece, è la lettera di un nostro Veterano al giornale locale.
Penso rispecchino a pieno lo spirito di ciò che facciamo.

https://www.youtube.com/watch?v=92QXMFFj05Y

https://www.ilperiodiconews.it/homepage/lettere-al-direttore/item/19497-salice-terme-villa-serena-e-casa-mia-lettera-al-direttore.html

marco mussettaSono un operatore sociosanitario dal 2013. Ho iniziato la mia esperienza lavorativa subito dopo aver conseguito la qualifica di OSS (operatore socio-sanitario) in una comunità alloggio per disabili fisici a Torino. Ho avuto modo di confrontarmi immediatamente con le difficoltà, le sofferenze ma anche la forza di volontà e la voglia di vivere delle persone che assistite. Capitava a volte di pensare se fossi stato io a trovarmi nella loro condizione come avrei reagito, quali sensazioni avrei provato e se avessi avuto la forza di andare comunque avanti. Queste domande me le ponevo raramente, soprattutto quando capitava qualcosa di particolare o quando alcuni di loro peggioravano dal punto di vista della salute. Cercavo sempre di non farmi coinvolgere troppo dalle situazioni negative.

francesca carpenedoCosa ci dicono, tra le altre cose, le tristi cronache degli ultimi due mesi?
Che i vecchi sono, ancora e sempre più spesso, le vittime preferite e più facili del nuovo millennio. Un po’ come sparare sulla croce rossa: troppo facile!
Facile continuare a discriminare la categoria e bollare la pandemia come un’influenza (che errore!) che “fortunatamente” produce effetti nefasti solo sugli anziani.
Ma tant’è: un po’ il malefico virus, un po’ la dissennatezza delle generazioni successive (quelle, tra parentesi, che dovrebbero essere più lucide, più pronte, quelle a cui in poche parole affidiamo la sicurezza e la protezione dei vecchi) al momento – è il 7 aprile 2020 – su un totale di 14.860 vittime, 14.114 sono persone di più di 60 anni (1)

 ferdinando schiavoStiamo vivendo tempi bui, si creano distanze tra i popoli e persino tra familiari. 
E ora non ci si tocca per via del coronavirus…
Così ho deciso di iniziare il mio articolo con uno scritto, che potrei definire di segno opposto, dell’Ordine dei Medici di Torino a commento dello sfogo del direttore della prestigiosa rivista scientifica medica The Lancet, Richard Horton.
Il titolo è: Curato dalle macchine: se il direttore del Lancet è il paziente. TorinoMedica.com 17 Ottobre 2019. (1).
“Perché i medici non toccano più i pazienti? Avendo il privilegio di frequentare cliniche presso il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito quasi ogni settimana da marzo di quest’anno, posso dire onestamente che in nessun momento nessun medico, chirurgo o anestesista, ha mai fatto nulla che si avvicinasse a un esame obiettivo”. (2)
Perché i medici

ferdinando schiavoQuesto era uno dei 4 quesiti dello scorso numero di PLV; non so se lo avete letto.
Insomma (suggerisco e così limito le possibilità diagnostiche e le fantasie), questa anziana signora è stata vittima di uno “svenimento” con convulsioni o di una vera e propria crisi epilettica convulsiva (crisi di Grande Male)?
Diagnosi

Prima però vorrei raccontarvi dei miei ex allievi OSS.

tiziana tesauroTrame. Il teatro sociale e la formazione degli operatori socio-sanitari è un libro che presenta un metodo ideato per la formazione professionale di chi svolge una professione di cura, ovvero medici, infermieri, assistenti sociali. Nato da un mio incontro con Francesco Campanile, attore e regista teatrale, il metodo si inserisce in un vuoto formativo in cui è possibile immaginare un “approccio orizzontale”, dove lo spazio e il tempo per l’ascolto e la cura di sé rappresentano il motore dell’intero processo. Trame è un percorso laboratoriale/esperienziale che consente, a chi lo sperimenta, di prendersi cura di sé utilizzando tecniche e pratiche teatrali. In generale la pratica teatrale, nel suo aspetto terapeutico, propone un percorso attivo di riconoscimento e trasformazione delle emozioni attraverso il linguaggio creativo e scenico. Ciascuno nasconde dentro di sé nodi irrisolti che, nella vita quotidiana, si manifestano sotto forma di blocchi emotivi e che, se mai affrontati, possono finire per condizionare anche la vita professionale: Trame agisce su questi blocchi per sviluppare nuove consapevolezze e rafforzare l’identità di ruolo degli operatori della cura.

jessica carverLa società al giorno d'oggi sta vivendo un periodo in cui l'età media si è alzata e di conseguenza c'è un incremento dei casi di patologie legate all'anziano. Ad esempio in Europa il numero di demenze diagnosticate è aumentato. Stime recenti mostrano che in Italia ci sono circa 1 milione di persone affette da demenza e che sono circa 3 milioni le persone coinvolte direttamente o indirettamente nell'assistenza della persona malata.
Per poter far fronte a questi numeri è importante non solo prevenire, ma anche assicurarsi che la qualità della vita di queste persone e dei loro cari sia adeguata.

In collaborazione con Salvatore Milianta, avvocato
licia boccalettisalvatore milianta“SAFE: più sicurezza per le donne anziane: formare professionisti e attuare meccanismi di cooperazione per combattere la violenza e gli abusi contro le donne più anziane” è un progetto europeo di 2 anni che mira ad affrontare il problema della violenza contro le donne anziane.
Il progetto è finanziato dal programma europeo Erasmus+ che si concentra sul tema dell’apprendimento permanente e della formazione professionale. SAFE è coordinato dalla Direzione Generale degli Assistenti Sociali del Comune di Bucarest (Romania) in partnership con 5 organizzazioni: Asociatia Habilitas - Centru de Resurse si Formare Profesionala (Romania) Voimaa Vanhuuteen - osk VoiVa - Empowering Old Age Coop (Finlandia) Anziani e non solo Società Cooperativa Sociale (Italia) Kentro Merimnas Oikogeneias Kai Paidiou (Grecia) Universidade Do Minho (Portogallo)
In Romania, Grecia, Finlandia, Italia e Portogallo (Paesi partner del progetto), come in tutta l’UE, l’invecchiamento della popolazione porta anche alla necessità di tutelare e sviluppare misure di protezione per le persone anziane per proteggerle dalla violenza. L’abuso sugli anziani, definito come “un’azione singola o ripetuta o una mancanza di un’azione appropriata, che avviene all’interno di qualsiasi relazione dove c’è un’aspettativa di fiducia, che causa danno o sofferenza ad una persona anziana” (WHO 2008), è stato tradizionalmente descritto da una definizione “neutra” dal punto di vista del genere ed omologante.