Riflettevo con una mia ex collega a cena che, solo qualche anno fa, se avessi dovuto inserire un genitore in una RSA o CRA della mia città non avrei avuto dubbi a farlo.
Ero sicura che lui avrebbe trovato un assistenza sanitaria più che adeguata, una assistenza sociale ottima, attività ricreative e di animazione, ma soprattutto una ambiente famigliare che avrebbe tenuto conto delle sue esigenze e che gli avrebbe fatto trascorrere senz’altro meglio che a casa con una badante, il tempo di vita che gli rimaneva. Oggi non so se sarei così serena nel farlo.
Certo inserire un proprio caro in una struttura per anziani è spesso una scelta che si fa proprio quando I figli non riescono più a gestire la situazione; oggi come oggi è diventata una scelta ancora più difficile sia per il COVID che per il fatto che a seguito di questa pandemia le strutture non sono più le stesse.
Mi è capitato anche ultimamente di accogliere in Cra una signora anziana con una diagnosi di Alzheimer in fase avanzatissima accompagnata da una figlia in lacrime durante tutto il colloquio di ingresso.
La figlia convivente non era sola nella cura, c’era un'altra sorella che non approvava l’inserimento in CRA, ma che non dava un grande aiuto nella gestione della mamma.
Una mamma con una malattia di Alzheimer in fase medio-grave, afasica, con problemi comportamentali di difficile gestione, seguita a casa quasi esclusivamente dalla figlia ormai allo stremo delle forze.
Non ho potuto far altro che rassicurare la figlia esausta, dicendole che non avrebbe potuto fare diversamente, se non voleva soccombere essa stessa, mentre lo dicevo mi chiedevo se saremmo stati in grado di darle tutta l'assistenza di cui la mamma avrebbe avuto bisogno.
In quell'istante, mi è venuto un dubbio, che qualche tempo fa non avrei mai avuto: in questo momento in cui gli anziani in Cra sono ancora suddivisi per nuclei, spesso stanno nel corridoio del proprio nucleo e distanziati o soli in camera, se vanno in animazione devono stare distanziati e con una mascherina, le attività ricreative sono ridotte e gli OSS sono stanchissimi, diamo una buona assistenza? O solo un'assistenza sufficiente?
Sicuramente questo virus ha sconvolto noi e l’organizzazione, ci siamo dovuti trasformare modificando ogni giorno gli obiettivi che ci eravamo prefissi come struttura e cioè essere una “casa” per i nostri anziani, una casa dove si è liberi di muoversi, uscire in giardino, chiacchierare con chiunque, vivere delle relazioni sociali libere da costrizioni.
La sfida che questa pandemia ci ha portato ad intraprendere è stata quella di provare ad organizzare le attività il meglio possibile nella difficoltà.
L’animatrice ha dovuto riorganizzare le attività per nucleo, e dove non c’erano gli spazi sufficienti ha dovuto limitare i partecipanti alle attività, alcune attività come la cucina sono state molto ridotte se non eliminate, la tombola ha richiesto l’uso di cartelle usa e getta e segnalini personali, per non parlare del canto, un attività presto abolita perché difficile da fare portando la mascherina... peccato... perché cantare insieme è una attività che coinvolge tutti, anche le persone più compromesse dal punto di vista cognitivo.
Per fortuna ascoltare musica, vedere un film o un documentario e fare piccoli laboratori creativi è ancora possibile anche se a piccoli gruppi e in modo ridotto perché l’animatrice è una sola e deve dividersi nei nuclei.
Mancano abitudini e avvenimenti che erano fondamentali nella vita degli anziani: la possibilità di uscire all’esterno: fare gite, andare a teatro, al museo ecc…
Mancano le visite di chi da fuori veniva dentro: i volontari, i ragazzi del servizio civile, il suonatore di fisarmonica, le coriste, chi veniva per fare festa con noi...
Mancano soprattutto, perché molto ridotta, la possibilità per gli anziani di vedere i propri cari che prima del COVID-19 entravano ed uscivano liberamente dalla CRA come fosse casa loro, casa nostra,... la casa di tutti!
Oggi i parenti possono vedere i loro cari solo previo appuntamento 1 o 2 volte alla settimana a seconda del regolamento e per un tempo che varia dai 20 ai 40 minuti. Questo deve avvenire in spazi dedicati, dopo aver espletato le formalità burocratiche richieste.
È incredibile come anche gli anziani più compromessi dal punto di vista cognitivo si rianimano alla vista del parente...ho assistito a scene commoventi di anziani in carrozzina immobili e spesso assenti, che al suono della voce della figlia o del figlio si risvegliavano e riuscivano a fare un sorriso o dire una parola.
In questi due anni la tecnologia ci è venuta in aiuto per mantenere un contatto con le famiglie.
Durante il lockdown abbiamo allestito stanze per gli abbracci, usato il tablet e i telefoni per mantenere un contatto con le famiglie, anche le persone ammalate e in isolamento hanno così potuto comunicare con i propri cari e sentirsi meno soli.
Tutta questa tecnologia, però, va gestita, con qualcuno che sia a disposizione e abbia tempo per seguire le visite, le chiamate, relazionarsi con i famigliari ecc... Attualmente in molte strutture questo lo fa la RAA del nucleo, e saltuariamente quando non è presente lei, l’animatrice o l’OSS.
Il ruolo della RAA come tramite tra la struttura e l’esterno è fondamentale oggi più che mai: lei conosce la situazione sanitaria e assistenziale dell’anziano, lei può parlare al parente con cognizione di causa, a volte capita che se l’anziano è stanco o assopito o semplicemente non è in grado di sostenere una conversazione a lungo, il parente finisca per parlare quasi esclusivamente con la RAA che diventa colei che spiega, racconta, chiarisce, aiuta e che finisce per essere di supporto quasi più al parente che all’anziano stesso.
Il tempo che le RAA stanno dedicando alle visite dei parenti è un tempo importante che sicuramente tolgono ad altre mansioni, ma che, a mio avviso, permette di instaurare col parente, in questo periodo così difficile, quel clima di fiducia reciproca indispensabile per garantire e gestire il miglior benessere agli anziani.
Oltre il Covid: la vita in una struttura residenziale per gli anziani
- Autore/rice Lia Tostati
- Categoria: Operatori, Servizi, Formazione