!Gli anziani sono un tesoro da custodire, perché sono coloro che ci tramandano i valori ed i ricordi. Pensiamo per lo più alle persone anziane come ad individui fragili, scarsamente tolleranti ai cambiamenti. Vari studi, tuttavia, dimostrano che sono molto più stabili dal punto di vista emotivo rispetto alle generazioni più giovani. Avete mai pensato che l’emergenza in atto potesse far emergere anche qualche aspetto positivo, parlando di Terza Età?!
In RSA questi anziani ci sorprendono in ogni momento! Ci hanno dimostrato la loro straordinaria adattabilità, anche e soprattutto ora, con l’emergenza CoVid-19. La mancanza dei loro cari si sente in ogni momento, ma si sono da sempre dimostrati consapevoli della situazione, e, superato lo smarrimento iniziale, hanno affrontato con coraggio e tanta voglia di vivere questi mesi difficili.
In Struttura sono state mantenute, con loro immenso piacere, attività che permettessero loro di rimanere attivi. Musica, balli, canti…Ma non solo! Chi ha i capelli tinti di bianco ha imparato anche a conoscere le nuove tecnologie: Whatsapp e Skype, per dialogare con i parenti a casa superando così in maniera virtuale le distanze imposte dalle direttive sanitarie anti-contagio, telefoni e tablet, per inviare/ricevere foto e video.
Come avrete capito, a noi piace vedere e tentare di mostrare il bicchiere mezzo pieno. Vi scriviamo dalla nostra “isola felice”, Villa Serena, stavolta presentandovi i pensieri anche di chi sta “dall’altra parte”. Non sempre e solo noi caregiver, facciamo parlare un po' chi è l’”oggetto” della cura!
Vi proponiamo, perciò, anche la visione di un nostro ospite e veterano, il signor Enrico, super-73enne, che collabora con noi educatori in un sacco di attività (Giornalino di Struttura, giornalino –ormai a distanza, purtroppo- con le classi quinte delle scuole qui accanto, tastierista per gli incontri di musicoterapia, e chi più ne ha più ne metta…!), che si è sentito di dire la sua sull’argomento:
"Il vecchietto dove lo metto" cantava lustri fa Domenico Modugno. Ci si scherzava sopra, ma ora con questo "Corona", che ti dicono prediliga soprattutto quelli dai 70 anni in su, specie se non son delle rocce, non c'è più voglia di farlo! Anche se – essendo io nel comparto – mi rendo conto che il comune sentire, in questi tristi giorni, possa non essere edificante per i nonni, specie se un po' malandati. Ma attenzione, perché i tempi non sono più quelli di una volta!
Oggi i vecchietti sventano le truffe e fanno arrestare i balordi, si cimentano con quello che la tecnologia mette loro a disposizione… la figura dell'anziano "sospettoso" che osserva strani oggetti illuminati e pieni di colore come i computers, sembra ormai essere in netta diminuzione…
Il che smentisce intanto uno dei più diffusi stereotipi di noi senior, quello di una minore capacità di far fronte ai cambiamenti. L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare! Qui gli anziani pensano al futuro! In una struttura, dove parrebbe non ci siano aspettative, quelli che per fortuna stanno bene, e hanno la capacità di relazionarsi, non si lasciano sfuggire l'opportunità di nuove idee e proposte diverse per nuove attività.
Finalmente l'anziano non si sente escluso, ma connesso con il mondo, anche se per il momento, a distanza. Senza mai dimenticare i quattro amici del bar, ovviamente!
Ricordate anche che in RSA si vive meno quel senso di abbandono che colpisce chi vive solo a casa, forzatamente lontano dai suoi familiari, a causa delle restrizioni attuali…
Ci teniamo impegnati, insomma, e resistiamo!!
Da Enrico per ora è tutto…restate connessi…e alla prossima!!!
Che dire: “Casa” sì… “di Riposo” decisamente no!
Cari “nonni”, patrimonio dell’umanità, noi vi diciamo GRAZIE!
Grazie ad una generazione contraddistinta da esperienza, comprensione, pazienza, resilienza, rispetto, in grado di conservare tutto questo fino a qui. Silenziosamente, umilmente, ma non per questo con meno forza.
In questi tempi difficili, avete dato ancora una volta un insegnamento di vita a tutti noi, che non pensiamo a quanto siete stati limitati da questo nemico invisibile, che ci lamentiamo solo per la mancanza di un aperitivo, che abbiamo mille risorse per impiegare il nostro tempo libero, ma ci lamentiamo lo stesso, che non sopportiamo la benché minima limitazione a tutto ciò che in realtà è superfluo…a tutti noi, che, insomma, non abbiamo proprio niente da insegnarvi, ma solamente tutto da imparare!
Enrico Secchi
ovvero
"Lei non sa chi sono io!"
Nella mia vita, tutto avrei immaginato, tranne che si volesse sapere qualcosa su di me.
Enrico Secchi… un nome, una garanzia!
Sono nato a Milano, addì 25 ottobre 1947, alle 5 del mattino. E pare fosse un sabato.
Passati gli anni, un giorno, leggendo una copia del Corriere della Sera di quell'ormai lontano 25 ottobre, scoprii, per caso, che, proprio quel giorno, veniva firmata la Costituente!
Ne fui compiaciuto, e mi sentii come se una botta di energia positiva salisse in superficie da dentro.
“Enrico”, dall'antico tedesco, significa “possente in Patria!” ed io mi sentii tale.
Sfoglio spesso l'album dei ricordi di famiglia, e devo dire che, guardando le fotografie da bambino, ero veramente un bel pacioccone. Fronte alta, espressione imbronciata, sembrava che avessi già ben chiare tutte le caratteristiche tipiche dei nati sotto il segno dello scorpione: “Scrutare nel profondo, e scavare, scavare sino a trovare chissà quale tesoro! Ricordo che nell'ufficio dove lavoravo (un'importante azienda della Grande distribuzione), i miei colleghi avevano messo in bella mostra, una mia foto a otto mesi.
Attratto irresistibilmente dalla musica, senza saper né leggere né scrivere, riconoscevo i dischi dal colore dell'etichetta, e il radiogrammofono era il mio compagno di giochi più fedele.
La mia è stata una famiglia meravigliosa.
Mia madre, una donna coraggiosa e fantastica, non si è mai arresa davanti a niente! Mi ha portato in braccio sino ai sette anni E anche quando i medici le dissero che a 13 anni sarei stato costretto su una sedia a rotelle, non si fece prendere dallo sconforto, ma mi portò da tutti i luminari della medicina dell'epoca. Quando i medici le dicevano di portarmi al mare, mi portava in montagna, e quando sarei dovuto andare in montagna, la mia mamma mi portava al mare!!! Ho avuto un'infanzia e una fanciullezza felici.Con un padre appassionato di musica lirica, ho avuto anche una discreta educazione musicale, e il mio strumento preferito in assoluto è il pianoforte. Ho potuto studiarlo non senza problemi e con diverse insegnanti che porto nel cuore. Ho un talento musicale innato che avrei potuto approfondire studiando un po' di più… purtroppo però, mi sono arenato.
Dal marzo del 2002, vivo a Salice Terme e la mia nuova famiglia, è a Villa Serena, una casa di riposo per anziani, in cui ho fatto recapitare il mio pianoforte, al quale mi lega un rapporto affettivo, essendo stato un bel regalo di mia madre.
Ogni mercoledì facciamo quattro passi tra le note, e con la mia musica, cerco di allietare gli ospiti che hanno voglia di cantare. La mia prima fan indiscussa, è Luciana. Ci siamo incontrati qui, e siamo diventati una coppia, come gli innamorati di Peinet!
Bello come il sole fino ai 25 anni, con un sorriso a trentadue denti, mi sono rovinato crescendo! Tanto che oggi, all'età di 73 anni compiuti, porto la dentiera e nelle foto sembro invecchiato anzitempo!
Grazie alla collaborazione con le educatrici della struttura che mi ospita, Sabrina e Alida, ho dato vita al “Giornalino di Enrico” ed essendo un creativo, collaboro anche con le maestre di V elementare, della scuola antistante Villa Serena. Le maestre si ricordano di me anche a distanza di tempo, e i miei bambini, mi fanno sentire un giovane nonno.
Mi tengo impegnato con mille piccoli grandi impegni e cerco di rendermi utile un po' dappertutto come posso…è questo il segreto per restare sempre giovani e per una vita “Serena”, proprio come la RSA in cui vivo!!!
Ha collaborato alla stesura Alida Nikaj, l'altra educatrice di "Villa Serena"