Città e società

Città e Società

Quella che voglio raccontare è una storia avvenuta già qualche anno fa, ma che sempre, quando la racconto, suscita curiosità, interesse e sorpresa. E mi interessa farla conoscere perché narra di un’esperienza, a mio parere, ricca e coinvolgente. Che può anche essere ripetuta con altri protagonisti.

I FILI? Sono un gruppo di persone, di diversa formazione e cultura, che condividono un  pensiero.

alt

 

Quale pensiero?

 

Chi  siamo

Abbiamo iniziato a incontrarci, su un’idea di Marina Piazza, che ha scritto recentemente “L’età in più” sul tema della vecchiaia, subito condivisa da Grazia Colombo,  prese dal desiderio di interrogarci sui nostri anni che passano, soprattutto evidenziando la distanza che separa il nostro desiderio o immaginazione da ciò che oggi viene offerto alle persone vecchie che non possono, o non si sentono più, di vivere da sole. Ci siamo dette: non ci tocca ancora appieno questo problema, ma dobbiamo cominciare a pensarci…

Nel 2011 l’Istat ha condotto un’indagine sull’inclusione sociale presso la popolazione che nel 2005 aveva riferito difficoltà nelle funzioni motorie, sensoriali o nelle attività essenziali della vita quotidiana che risultano ancora presenti nel 2011.

Il presente contributo affronta in sei punti altrettanti interrogativi che concernono la questione anziani: la sua rilevanza nel Paese, l’innesco di un processo di invecchiamento, l’immaginario collettivo sull’anziano, la connessione tra visione dell’anziano e offerta di servizi disponibili, il volontariato pro-anziani - dimensione e caratteristiche operative - fino a rilevare le più attuali aspirazioni degli anziani nella nostra società.

L’esperienza sull’uso delle tecnologie informatiche mobile e touchscreen (computer touch, tablet, smartphones) e assistive maturata con successo nel campo della riabilitazione e dell'inclusione scolastica e lavorativa per le persone con disabilità può essere trasferita e condivisa con chi si occupa di attività in ambito sociale. 

La nostra vita è fatta di storie e di tempo. Di storie che ci sono successe e che abbiamo ascoltato. Di storie che inventiamo, immaginiamo, sogniamo e raccontiamo attraverso parole, tante parole. Ci ricorda Tabucchi: “…per ordinare e capire chi noi siamo dobbiamo raccontarci…”1. I racconti ci aiutano infatti a capire la vita, a darle un ordine, a fare esperienza di un senso perché mettono in relazione eventi, personaggi e azioni nel tempo.

Sono andata in pensione dopo trent' anni di insegnamento, per le condizioni di salute di un familiare che aveva bisogno di assistenza. Questo ha fatto sì che i primi tempi mi sentissi sì sollevata dalla fatica di far coesistere impegni lavorativi e impegni di famiglia, ma anche un po' messa “in ripostiglio”. 

In quel periodo poi i miei figli si erano allontanati da casa: una in Inghilterra, una sposata in Emilia e l' ultimo era andato a vivere per conto suo.