L’obiettivo della vita umana è raggiungere il luogo in cui si stabilisce il collegamento tra l’uomo e la natura . R.W. Emerson 1836
Il nuovo carattere vulnerabile della natura sottoposta all’azione dell’uomo ci impone
una responsabilità verso di questa. Oggi, di fatto, è modificato, nella sua complessità, proprio il rapporto uomo-natura.
L’equilibrio è, definitivamente, compromesso nel momento in cui l’agire umano irrompe nel non umano e la dimensione umana diventa sempre più produzione di una dimensione artificiale a prescindere e a scapito di quella naturale.
“Perciò se l’animo si distoglie dalle cose umane e si rivolge alle piante, agli animali, ai minerali, non è affatto un errore, come a volte si sente dire. Quell’atto può essere il segno di un puro sforzo di autoconservazione, il desiderio di prender parte ad un’esistenza superiore. Se le fontane si disseccano si va al fiume. Lì non è necessario credere ,il prodigio è palese.
Ernst Junger
Anni addietro iniziai a collaborare con "Casa Morando" interagendo con la dottoressa Rosanna Vagge con la quale condivido una nuova visione etica e a questo riguardo desidero raccontare una breve storia.
Una donna anziana , ospite della residenza Antonio Morando, era spesso triste e demotivata , non riusciva a interagire con la comunità. Aveva una storia contadina alle spalle, una storia che profumava di stagioni , di alberi in fiore e di animali che liberi si muovevano nell'aia del suo piccolo podere.
Rosanna decise che forse portare nel giardino della struttura due galline e un gallo avrebbero potuto sortire un effetto migliore rispetto a qualsiasi trattamento farmacologico antidepressivo. La donna tornò a sorridere e prese a stare meglio di giorno in giorno, aveva ritrovato il senso di quella che era stata la sua vita prima di consegnarsi all'ultimo capitolo dell'esistenza.
Questo evento diede il "LA" e la casa cominciò lentamente ad ospitare diverse specie. Ogni animale a casa Morando ha il suo nome, ve li presento:
Grace è un' oca dal carattere difficile, Rosy un'oca buona e dolce , Angy è l' anatra, Germano, il gallo, Anita e Zoe sono le galline più grosse mentre Gertrude è una gallina piccola mamma dei pulcini Qui Quo Qua ( di colore chiaro) e Emi, Evi, Eni ( di colore scuro) .
Poi c'è la Gatta rossa Vittoria, Cesare un gatto cieco e ancora mamma gatta Tinetta e l'altro figlio Topo sempre in giro assieme a un altro gatto di nome Eugenio .
Cosa significa per me l'espressione "fotografia etica" e come lavoro da fotografo
L’orientamento verso questo tipo di fotografia l'ho vissuto nella forma di una vera e propria richiesta interiore in relazione a quello che stava accadendo alla fotografia negli ultimi decenni.
Le riviste stavano pubblicando troppe immagini di superficie, molto compiacenti e autoreferenti, in virtù di una fotografia che faceva perno sul nome dell'autore rispetto al servizio che avrebbe dovuto avere.
Ritengo sia doveroso in certi casi fare un passo indietro e attraverso il nostro occhio lasciare che il mondo si mostri nel suo splendore come nelle sciagure. L'autore deve con maggior umiltà mettersi al servizio dei contenuti.
La mia missione è raccontare le storie del mondo e dell’uomo. Ho sempre avuto un animo orientato all’etica, il primo debutto è stato nel 1993 a Bagdad, ero partito con un’associazione benefica ed ero il fotografo di questa spedizione. Volevo fare un reportage, ho fotografato tanti volti convinto fosse giusto portare un messaggio, cioè che, nonostante la guerra, la vita continuava, primeggiando sul dolore, sulla morte, su tutta la bruttezza che una cosa atroce come un conflitto può generare .
Quando sono rientrato in Italia ho consegnato il servizio a un’ agenzia milanese che mi rappresentava assieme a tanti altri fotografi ma tutte le testate interpellate lo rifiutarono perché non era sottolineato il dolore di quella gente.
Avevo fotografato delle persone che continuavano a sopravvivere ma i loro sorrisi e la loro fierezza nei confronti della vita non avrebbero incrementato interesse nei lettori, mancava la tragedia, il dolore e quella retorica di cui si servono i media.
Da quel momento mi sono fatto tante domande. Mi sono reso conto che certa fotografia pratica una vera e propria “pornografia del dolore”.
Chi fa immagine ha una grossa responsabilità. Le nostre fotografie raggiungono ogni angolo del globo e per questo secondo me c’è bisogno di rivedere l'aspetto etico.
Certo l’estetica e la composizione hanno e avranno sempre una parte molto importante, ma resta la necessità di un messaggio, di un contenuto.
In questo senso l’estetica deve procedere mano nella mano con l’etica.
Con questo tipo di sguardo sono tornato ieri a casa Morando per mostrarvi la bellezza delle piccole cose, l' incanto di uomini e animali nella cornice di un piccolo spazio adornato con piante e fiori, un luogo animato d'umanità e semplicità.
Casa Morando. Una piccola storia del rapporto con la creazione
- Autore/rice Alberto Terrile
- Categoria: Città e Società