Abbiategrasso è la prima città in Italia ad essere “Dementia Friendly Community” (DFC).
Cosa significa essere una città amica delle Persone con demenza?
È una città, paese o villaggio che mostra un alto livello di consapevolezza e comprensione da parte dell’opinione pubblica in modo che le persone che vivono con la demenza e le loro famiglie ed assistenti siano incoraggiate a cercare aiuto e siano sostenute dalla loro comunità. Tali comunità sono più inclusive nei confronti delle persone con demenza e migliorano la loro capacità di rimanere indipendenti e avere scelta e controllo sulla propria vita.
Dal 2016 ha preso avvio ad Abbiategrasso la creazione della prima città italiana amica delle persone con demenza, scelta da Federazione Alzheimer Italia nell’ambito del programma di attivismo internazionale “Dementia Friendly Community”, nato su iniziativa di Alzheimer’s Society a favore delle persone con demenza e dei loro famigliari. Obiettivi principali per la creazione di una DFC sono la riduzione dello stigma sociale nei confronti delle persone con demenza, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e degli operatori dei servizi pubblici e privati e la partecipazione al processo di mutamento sociale da parte delle persone con demenza e dei loro familiari in tutte le fasi di attuazione.
Dal 2016 la DFC è una realtà anche in Italia, grazie all’avvio del progetto pilota “Abbiategrasso working to become Dementia Friendly Community”.
Come mai Abbiategrasso? La città di Abbiategrasso è stata scelta da Federazione Alzheimer Italia, quale territorio pilota, perché presenta caratteristiche specifiche che favoriscono l’attuazione di questo progetto di inclusione sociale.
Abbiategrasso è, infatti, una cittadina dell’interland milanese molto coesa di circa 32.000 abitanti, in cui il grado di partecipazione e vicinanza della comunità ai temi dell’invecchiamento e della prevenzione del declino cognitivo si è dimostrato elevato.
La presenza storica dell’Istituto geriatrico C.Golgi (www.golgiredaelli.it/strutture-sanitarie/istituto-geriatrico-camillo-golgi-abbiategrasso) attivo dal lontano 1784 e da sempre in forte legame con il territorio, della Fondazione di ricerca Golgi Cenci (www.golgicenci.it), che da un decennio si occupa di ricerca sull’invecchiamento cerebrale, è ampiamente riconosciuta dai cittadini e dalle istituzioni locali e regionali; ciò è reso evidente dalla larga partecipazione degli abitanti anziani della città alle ricerche promosse dalla Fondazione Golgi Cenci, e al numero sempre crescente di donatori di encefalo presenti in città.
Tutti questi elementi hanno reso Abbiategrasso la città ideale per l’avvio della DFC.
Da dove siamo partiti?Dal dare voce ai famigliari e alle persone con demenza residenti ad Abbiategrasso per conoscerne bisogni e desideri nel vivere la città, attraverso questionari (59) e interviste semi-strutturate ai malati di demenza (22) per avere una fotografia del loro modo di vivere la città.
Sono state esplorate le abitudini di vita, i luoghi frequentati abitualmente o che avrebbero piacere di frequentare, la percezione di sentirsi accolti all’interno della propria comunità.
L’obiettivo di questa indagine, condotta nel 2016, è stata la definizione di una bussola per orientare le azioni da attuare a favore dell’inclusione e le iniziative da intraprendere.
Essere DFC, infatti, vuol dire dare risposta a quanto espresso dalle persone con demenza e dai propri famigliari, così che il cambiamento non sia qualcosa di calato dall’alto e non corrispondente alle aspettative di chi vive con la demenza in prima persona.
Destinatari e attori del cambiamento sociale e culturale coincidono e questo è proprio il focus principale del processo di creazione di una comunità amica.
La creazione del Tavolo promotore e le attività del primo biennio.Da questa indagine preliminare, sono state stabilite tre linee di intervento: formazione-informazione ai diversi attori sociali della comunità, iniziative e luoghi di inclusione. Per favorire la progettualità è stato creato un tavolo di lavoro in cui tutti gli attori coinvolti come promotori di cambiamento: medici e psicologi dell’Istituto C.Golgi, ricercatori della Fondazione Golgi Cenci, rappresentanti di Federazione Alzheimer Italia, sindaco, assessori ed impiegati comunali si sono confrontati per la programmazione delle azioni DFC.
Nel primo anno del progetto ampio spazio è stato dedicato alla sensibilizzazione e alla conoscenza della malattia e dei vissuti sia della persona con demenza che del proprio famigliare, a diversi attori sociali mediante corsi gratuiti di formazione-informazione con professionisti esperti a vario titolo: Geriatra, psicologo, avvocato, assistente sociale, terapista occupazionale, nutrizionista e dentista. Ai corsi hanno partecipato famigliari di persone con demenza, commercianti locali, vigili urbani, dipendenti comunali, associazioni di volontariato e nell’ultimo anno anche studenti e professori del locale Liceo Bachelet ad indirizzo scienze umane.
I corsi di formazione-informazione oltre a divulgare informazioni utili di conoscenza della malattia, hanno avuto l’obiettivo di sensibilizzare le persone rispetto alla demenza e dar loro delle strategie utili per meglio entrare in relazione, essere di aiuto o di supporto e favorire la partecipazione alla vita cittadina.
Dalla formazione e sensibilizzazione si sono sviluppate diverse iniziative che fanno di Abbiategrasso una comunità che diviene via via sempre più inclusiva.
I commercianti della città che hanno aderito alla formazione, sono diventati oltre che punti di riferimento per le persone con demenza ed i loro famigliari (infatti ben visibile sulle loro vetrine c’è il logo che li identifica come negozio DFC) hanno anche ricevuto la qualifica di “ambasciatori” ovvero portavoce del progetto per altri commercianti che possono prendere parte a corsi di formazione per diventare a loro volta punti di riferimento. Si è così formata una lista di altri commercianti che hanno manifestato il loro interesse e si sta pianificando la formazione anche per loro.È stato creato presso la Biblioteca comunale uno spazio dedicato alle persone con demenza in cui le sedute, la disposizione dei libri e degli arredi può facilitare la permanenza, la lettura o la visione di libri illustrati ed essere così un luogo accogliente e di ritrovo. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale ed al coinvolgimento di una persona con demenza che abitualmente frequenta la Biblioteca, che è stata d’aiuto nella scelta degli arredi, degli spazi e nella disposizione del materiale. Anche la realizzazione di questa iniziativa mette in luce il punto centrale del progetto: il coinvolgimento della persona con demenza e dei famigliari come parte attiva e partecipativa delle azioni di cambiamento, non considerati soltanto come destinatari delle azioni ma partner a pieno titolo del processo.
Un’altra azione di cambiamento culturale ha riguardato Il coinvolgimento delle associazioni di volontariato locale, cosa che ha permesso di realizzare una iniziativa di successo, pensata e creata per dare risposta ad uno dei bisogni che era stato espresso direttamente dalle persone con demenza intervistate nell’indagine preliminare: Fare ginnastica.
È nato così un corso di ginnastica adattata che le persone con demenza frequentano insieme ai propri famigliari accompagnatori, in cui oltre a fare attività motoria due volte a settimana, possono trovare occasione di condividere un “fare insieme” e stringere rapporti con altre persone. L’appuntamento presso la palestra dell’associazione ATE-ASCRA (associazione ricreativo culturale della Terza età), crea l’occasione di uscire dalla propria abitazione e poter frequentare un luogo della città, socializzare con altre persone facendo qualcosa che piace e che fa bene alla propria salute, senza alcun intermediazione di professionisti della cura ma come qualsiasi altra persona può decidere di fare per sua scelta e suo piacere, trovando l’opportunità di farlo all’interno della propria città. Questa iniziativa è stata frutto di un processo di realizzazione condiviso tra il presidente dell’associazione, l’istruttrice di ginnastica, operatori della Fondazione Golgi Cenci ed una Signora con demenza che ha preso parte ad un corso di ginnastica dolce già attivo presso la stessa associazione. Questa esperienza preliminare ci ha permesso di valutare punti di forza e di debolezza per organizzare al meglio il corso di ginnastica adattata.
Ancora una volta si sottolinea il coinvolgimento diretto della persona con demenza non solo come beneficiario di una iniziativa di inclusione.
Il carattere intergenerazionale della DFC abbiatense. Dal 2018 determinante è stato il contributo degli studenti e insegnanti del liceo coinvolto, che dopo aver ricevuto la formazione, essersi impegnati nell’affrontare il tema delle demenze all’interno delle materie scolastiche, sono diventati protagonisti di una azione di sensibilizzazione e divulgazione del progetto alla comunità attraverso la realizzazione di un flash mob e di una indagine alla popolazione per comprendere i percorsi più agevoli e quali modifiche attuare per favorire il raggiungimento del centro città e di luoghi significativi della vita cittadina come il mercato. In cantiere con gli studenti del Liceo ci sono altre due iniziative: riempire di attività lo Spazio Alzheimer della Biblioteca e disegnare insieme alle persone con demenza i percorsi facilitanti della città. Aver coinvolto i più giovani all’interno del progetto e averli resi protagonisti di iniziative di scambio e condivisione con le persone con demenza, va nell’ottica di creare un cambiamento che possa tramandarsi alle generazioni future e fare di questi giovani coinvolti il terreno fertile di una comunità inclusiva. Le azioni da intraprendere sono ancora tante e richiedono una progettualità condivisa tra i diversi attori coinvolti, un monitoraggio delle azioni intraprese e la loro verifica, nonché la messa in atto di successive iniziative di inclusione e partecipazione alla vita cittadina da parte delle persone con demenza.
Non si può dire mai in modo definitivo che una città sia amica delle persone con demenza perché non esiste punto di arrivo o traguardo, il cammino è sempre in divenire e c’è bisogno della partecipazione di tutti, come suggerisce lo slogan creato dai ragazzi “Mano nella mano ce la facciamo”.
Per chi volesse saperne di più e rimanere aggiornato sulle iniziative in corso l’invito è mettere like alla pagina Facebook dedicata (DFC Abbiategrasso) pensata per dare visibilità al progetto e arrivare a tutte le persone interessate. Diffondere l’esistenza delle comunità amiche è anch’esso un modo di aumentare la consapevolezza e abbattere lo stigma.