Bologna vanta una importante e lunga tradizione di solidarietà e senso civico, che nel tempo è cresciuta, si è rafforzata ed ha anche assunto elementi innovativi.
Proprio qui è esploso, ad esempio, il fenomeno delle cosiddette social street, un modo di utilizzare gli strumenti dell'informatica per avvicinare le persone, e ricreare comunità unite e collaboranti a partire dai propri vicini di casa. Il fenomeno si è rapidamente diffuso, nella stessa Bologna e in altre città.
Interessarsi alla vita quotidiana del territorio attraverso la sua cura migliora la qualità della nostra stessa vita e dei luoghi in cui viviamo, sia con piccoli gesti o con iniziative più ampie, allo scopo di influenzare positivamente la vivibilità di una zona, soprattutto con il contributo della comunità che lo abita o lo frequenta.
L'Amministrazione comunale, consapevole del suo enorme patrimonio di energie civiche, ha instaurato da lungo tempo rapporti con il mondo dell'associazionismo, ma si è chiesta, e per prima in Italia si è data una risposta tangibile, come poter concretamente accogliere la collaborazione di coloro che avrebbero voluto mettersi a disposizione con buona volontà e senso civico senza per forza appartenere a gruppi organizzati e strutturati. La grande innovazione che si sta attuando consiste proprio nella possibilità di far partecipare chiunque lo desideri a tutte le fasi di cura dei beni comuni.
Questo si traduce in una molteplicità di gruppi spontanei o singoli cittadini che affiancano associazioni e comitati e mettono a disposizione il loro tempo e altre risorse, per la collettività.
Organizzare tutto ciò ha comportato un percorso lungo e in continuo perfezionamento.
UNO SGUARDO ALLE ORIGINI
La Costituzione della Repubblica Italiana, con la modifica del 2001, ha gettato le basi per consentire alle amministrazioni locali di sostenere l'autonoma iniziativa dei cittadini per il perseguimento di interessi generali (art. 118 c.4).
Tale principio, di per sè, non è però sufficiente a chiarire in che modo, ovvero quali siano, ad esempio, i principi di base, le responsabilità reciproche e gli eventuali limiti.
La questione non è banale, se si pensa che proprio in questi giorni, a Novembre 2016, il Sindaco e un Assessore di un piccolo paese lombardo sono stati multati per aver potato, di loro iniziativa, alcuni alberi di un giardinetto. Seppur riconosciuti a loro favore la buona volontà e il risparmio realizzati, pare abbiano agito sottovalutando i rischi personali e le necessità delle piante, che potrebbero risultare compromesse da una potatura non professionale, ovvero pare abbiano operato senza competenza e senza adeguate protezioni, questi i motivi della sanzione riportati dagli organi di stampa.
In sostanza, la buona fede, il buon senso e le buone intenzioni vanno accompagnate anche da specifiche capacità e conoscenze, sia tecniche che normative.
IL CASO DI BOLOGNA
A Bologna, grazie a tutto il fermento civico a cui si è già accennato, nel 2012 stavano maturando i tempi e le condizioni per fare il salto di qualità necessario ad arrivare dove siamo ora, ma come spesso succede, tra le tante cose che si muovono ne accadono alcune, all'apparenza casuali, che contribuiscono a dare un ordine e una direzione precisa a tutte le altre.
Nel caso specifico, due: un progetto e un incontro fortunato; due eventi separati e distinti, che riguardati a posteriori sembrano aver rappresentato l'elemento chiave.
Il primo, un progetto presentato da alcune signore, che trascorrendo piacevoli momenti sulle panchine di una piazzetta sotto casa e trovandole un pò consunte, si sono proposte per poter sistemare personalmente quelle sedute, per sè e per tutti.
Il secondo, un incontro tra un docente universitario esperto in beni comuni, un potenziale sostenitore privato e un amministratore pubblico.
Il progetto relativo alla manutenzione delle panchine rese consapevole la stessa amministrazione, che all'epoca non aveva un filo conduttore per la gestione di tali proposte, quali fossero gli adeguamenti necessari, anche interni all'amministrazione stessa, se si fosse voluto accogliere e gestire la richiesta.
L'incontro, invece, fu provvidenziale per varare una sperimentazione al fine di modificare alcune dinamiche amministrative per poter accogliere, da quel momento in poi, progetti come quello delle "signore delle panchine".
PERCHE' UN REGOLAMENTO NUOVO
La sperimentazione è servita a creare un sistema di regole per chiarire principi, ruoli, obiettivi e strumenti: il "Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione di beni comuni urbani" (da qui in poi, Regolamento), preceduto dalla istituzione di un apposito ufficio centrale e di personale dedicato nei Quartieri cittadini; inoltre è stata inserita nello statuto comunale una previsione di promozione e valorizzazione delle forme di cittadinanza attiva (Comune di Bologna, Statuto, art. 4)
La svolta significativa segnata dal Regolamento nel rapporto con i cittadini è rappresentata appunto dalla possibilità di prevedere una collaborazione anche con persone singole e gruppi non organizzati o non formalizzati garantendo supporto e sostegno con la massima trasparenza e visibilità delle iniziative. L'elaborazione del testo del Regolamento, frutto di un impegno che ha coinvolto molte parti del Comune di Bologna per lungo tempo fino ad approvazione definitiva nel maggio 2014, ha portato alla creazione di un modello che è stato messo a disposizione, sul web, di tutti i Comuni italiani interessati, ovviamente apportando eventuali modifiche, che è stato a tutt'oggi adattato e approvato in decine di piccole e grandi città.
COME SI FA AD USARE IL REGOLAMENTO
Chiunque sia interessato a svolgere attività sul territorio del Comune di Bologna, può presentare una proposta attraverso la rete civica Iperbole nella sezione Comunità, dove può trovare tutte le informazioni necessarie tra le quali il testo del Regolamento, l'avviso che fornisce indicazioni su come formulare la proposta, la pubblicazione delle altre proposte pervenute e dei progetti in svolgimento.
L'accesso a questa opportunità di collaborazione è abbastanza semplice, ma per chi non fosse sufficientemente pratico nell'uso degli strumenti informatici, ormai obbligatori per le amministrazioni, è sempre possibile chiedere un supporto agli uffici pubblici preposti.
Le proposte vengono valutate primariamente per verificare che rivestano le caratteristiche fondamentali ovvero che prevedano la messa a disposizione, a titolo spontaneo, volontario e gratuito, di energie, risorse e competenze a favore della comunità; successivamente vengono presentate ai Quartieri o ai Settori comunali che dovranno accoglierle.
In caso di accoglimento positivo, le fasi successive prevedono, nei Quartieri o Settori interessati, incontri di co-progettazione, attraverso i quali si provvede a dettagliare il contenuto dell’intervento e tutto ciò che è necessario ai fini della sua realizzazione, definendo, di comune accordo, obiettivi, durata, modalità di azione, ruoli e impegni, forme di sostegno e quant'altro necessario a ciascun caso specifico.
Questi accordi vengono sottoscritti in un documento chiamato "Patto di Collaborazione". Si tratta di un atto non autoritativo: le parti prendono un impegno reciproco e si accordano su come mantenere l'impegno preso.
L’Amministrazione può sostenere le attività in diversi modi, in relazione alle necessità evidenziate dai proponenti in sede di coprogettazione.
In particolare può mettere a disposizione materiali di consumo, veicolare e pubblicizzare le informazioni sulle attività attraverso i canali informativi di cui il Comune dispone, affiancare i cittadini nella progettazione e nello svolgimento delle attività, prevedere esenzioni o agevolazioni in materia di canoni e tributi locali e facilitazioni di carattere procedurale, rendere disponibili spazi per lo svolgimento delle attività, sostenere economicamente le attività attraverso il concorso alla copertura dei costi sostenuti, agevolare le iniziative volte a reperire fondi, fornire visibilità alle azioni realizzate.
A tutt'oggi, sono centinaia le proposte pervenute e ritenute idonee e circa i tre quarti hanno dato origine ad un Patto di Collaborazione.
L'APPORTO DEGLI ANZIANI AI PROGETTI CIVICI
Sicuramente ampia e preziosa, la presenza e la partecipazione degli anziani si rileva in modo trasversale in numerose attività.
Tradizionalmente, l'attività degli anziani si è sviluppata nei Centri Sociali e in ambiti, per l'appunto, sociali, culturali, civici. Non di meno, c'è sempre stata anche una grande attenzione per la convivialità e le tradizioni locali, essendo spesso questi centri attrezzati, con tutti i crismi di legge, per la preparazione di cibi; intrattenimenti, dibattiti, ginnastica o sport e iniziative varie completano l'ampio panorama di possibilità di aggregazione di questi luoghi.
Nel pieno rispetto delle regole previste per l'accesso alle strutture, i Centri Sociali per Anziani si sono progressivamente aperti alla collaborazione con l'Amministrazione e con le altre realtà presenti sul territorio, rivelandosi strategici, per la disponibilità di spazi, ma soprattutto di esperienza delle persone, per lo sviluppo di progettualità condivise.
Dai corsi di cucina etnica agli incontri pubblici di informazione sui servizi del Comune e delle varie associazioni presenti sul territorio, le collaborazioni hanno aperto canali di comunicazione tra le generazioni.
Sempre più spesso nelle progettualità vengono contemplati momenti di narrazione, una memoria storica di luoghi e avvenimenti, anche personali, offerta da chi li ha vissuti, che assume un fascino particolare. La possibilità di fare domande sul passato ai diretti protagonisti accresce l'interesse e offre spunti di riflessione.
In molti casi, le professionalità acquisite nel corso di una intera vita di lavoro vengono richieste per attuare progetti che prevedono manualità ed esperienza: la lavorazione del legno, la cura del verde, la rimozione del vandalismo grafico con successiva tinteggiatura delle pareti sono solo alcuni degli esempi.
Di per contro, ci sono associazioni che organizzano corsi di alfabetizzazione informatica per gli anziani, oppure incontri sui temi della sicurezza, per evitare di incorrere in truffe, o dei servizi pubblici e privati, per guidarli verso una autonoma fruizione del web; non c'è però una reale limitazione di età o categoria.
Anche al di fuori dei contesti più tradizionalmente a loro dedicati, come già accennato, la partecipazione degli anziani ai progetti è ampia e trasversale; data la composizione eterogenea dei gruppi di cittadini attivi e dei destinatari delle attività, è difficile produrre dati numerici specifici relativamente al contributo che le persone anziane apportano ai progetti di cittadinanza attiva o delle proposte a loro dirette.
Il panorama è talmente ricco e intenso da non poterlo condensare in un breve racconto; peraltro, scegliere anche solo qualche esempio a titolo emblematico non renderebbe giustizia alla molteplicità variegata delle proposte raccolte finora.
Raccomandiamo pertanto, se abbiamo acceso la vostra curiosità e voleste approfondire l'argomento o trarre qualche ispirazione, di consultare tutte le informazioni disponibili a questo link: (http://comunita.comune.bologna.it/).