Cinque domande a...
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Ilaria Tuti- Ha studiato economia, ma da sempre è appassionata di fotografia e pittura.
Prima della pubblicazione di Fiori sopra l'inferno aveva già ottenuto i premi “Gran Giallo Città di Cattolica 2014”, “Carabinieri in Giallo 7” e “Delitti in Giallo”. (Foto © Beatrice Mancini)
Dopo tutte le interviste e le recensioni pubblicate sul suo libro “ Fiori sopra l’inferno”, che raccoglie ancora tanto interesse a oltre sei mesi dall’uscita in libreria, è difficile riuscire a fare domande originali.
Un grande successo l’ha riscosso la protagonista, la commissaria Teresa Battaglia, (già il cognome è un indizio) una sessantenne un po’ malandata, con tante sfaccettature. Ha dichiarato in più occasioni che era un personaggio che aveva in mente da tempo, prima di dargli vita in un libro.
Sicuramente anomala rispetto i profili (per usare un termine ricorrente nel libro) di altri investigatori. Scelgo, per affinità con i temi del sito, di soffermarmi su Teresa. Quale figura voleva (vuole) che Teresa sia?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Paolo Cendon- Professore ordinario di Diritto Privato nell’Università di Trieste-Ha redatto nel 1986 il progetto di legge base per il provvedimento sull’Amministrazione di sostegno- Cura la rivista www.personaedanno.it - Coordina la c.c. scuola triestina, che ha "inventato" il danno esistenziale, figura centrale della nuova responsabilità civile
Nella sua storia personale e professionale ci sono coincidenze o segni del destino o più razionalmente esperienze e frequentazioni di luoghi, che hanno attraversato la sua adolescenza ma poi indirizzato i suoi interessi di studioso.
Ne cito due che lei menziona e descrive: le visite, per le responsabilità dirigenziali di suo padre all’economato della Provincia di Venezia, al manicomio maschile nell’isola di San Servolo e la conoscenza diretta dei ricoverati. L’altra pietra miliare, come lei racconta, sono state le visite, da docente di diritto privato al Centro ex manicomio di San Giovanni di Trieste dove Franco Basaglia, cominciò la sua demolizione non solo dei luoghi di segregazione, ma anche di una cultura che emarginava i diversi.
Come riassumerebbe queste due tappe della sua vita?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Rosita Deluigi- Professore Associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Macerata– Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo
Questo colloquio riprende una riflessione che sto conducendo su PLV, iniziata con lei in una intervista quasi tre anni fa a margine di un suo libro “Abitare l’invecchiamento” . È proseguita cercando di dare una identità agli anziani di oggi. Ora vorrei inserire, letti sempre con una visione pedagogica, temi nuovi presenti nella sua recente pubblicazione “Legami di cura - Badanti, anziani e famiglie”.
Iniziamo cercando di definire un lessico diverso nel riferirsi a una fascia di persone: vecchiaia/ longevità, processo/ fase, invecchiamento attivo/ cura, dignità-progettualità/ fragilità che lei cita. Qual è la cultura che ci sta dietro e cosa c’entra la pedagogia?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Sergio Tramma- Professore di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Sull’invecchiamento ha pubblicato tra l'altro: Il vecchio e il ladro, Guerini, 1989, Gli anziani nelle strutture residenziali ; Inventare la vecchiaia, 2000; I nuovi anziani, 2003; Pedagogia della vecchiaia, 2017.
La vecchiaia dai titoli di sue pubblicazioni: “Il vecchio e il ladro”, “Inventare la vecchiaia”, I nuovi anziani, e da ultimo, a quindici anni di distanza “Pedagogia dell’invecchiare”. Sono due filoni intrecciati: cosa è la vecchiaia e come vivere (bene) la tarda età. Iniziamo dal primo: cosa è la vecchiaia, una categoria anagrafica, una condizione fisiologica, una storia personale con esperienze, scelte, opportunità?
La vecchiaia è tutte queste cose insieme, e forse anche qualcosa in più: è una categoria anagrafica, ma una categoria della quale risulta sempre più difficile individuare l’inizio; è una condizione fisiologica che è molto mutata nel corso degli ultimi decenni; una storia individuale sì, ma collocata all’interno di molte e diverse storie collettive. In altri termini, è difficile identificare, descrivere e definire la vecchiaia, anche se questa è una tentazione, forse un’esigenza, diffusa tra le persone, magari solo per capire se si è già, o non si è ancora, in un’età che, ancora oggi, è ritenuta problematica. L’incertezza attorno alla vecchiaia è dovuta anche ai cambiamenti sociali che si sono verificati negli ultimi anni.
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Loretta Rocchetti- Medico. Diploma di Specialità in Medicina del Lavoro. Diploma in etica e filosofia della medicina, Fond. Internazionale Fatebenefratelli, Roma- PhD Santé publique (Bioéthique) "magna cum laude" Facoltà di Medicina dell'U.C.Lovanio - Bruxelles- Formatrice- Membro dell'Organismo provinciale trentino di coordinamento della rete per le cure palliative.
Dopo quattro anni di corsi sull’accompagnamento alle ultime fasi della vita, rivolti agli operatori delle RSA- in prevalenza infermieri e operatori sociosanitari- ha preso corpo questo libro (qui), dove la narrazione è di chi nella pratica quotidiana accompagna, oltre che con attività assistenziali- con uno sguardo, una carezza, una presenza silenziosa, un ascolto disponibile- il fine vita degli ospiti.
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Giorgio Bert- Medico, specialista in medicina interna e cardiologia, libero docente in semeiotica medica presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Torino. Tra i fondatori dell’Istituto di Counselling Sistemico CHANGE (1989), fondatore e primo presidente (1988-2003) della Società Italiana di Counselling Sistemico (SICIS).I suoi attuali ambiti di studio sono la narrazione e l’autobiografia applicate alla formazione dei medici e degli altri professionisti della cura
Di medicina narrativa ora si parla spesso, forse con idee diverse. Provando un po’ a chiarire, cosa è la “medicina narrativa” e cosa non è. Perché costruisce una relazione terapeutica e di cura?
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Luca Gelati-Incarico presso Direzione Operativa dell’Azienda USL di Modena . Docente presso le Università di Modena, Università Sapienza di Roma, Università di Sassari e Nuoro, Università telematica UniPegaso. Membro del Comitato di Redazione Board Editoriale del SIMEU journal (organo ufficiale della Società Italiana di medicina d’emergenza e urgenza).
Il progetto CRAPSOS è iniziato da due anni. Può farci una sintesi, partendo dall’acronimo e illustrando quali sono gli obiettivi, quale il contesto locale in cui s’inserisce e qual è il livello di attuazione raggiunto?
Buongiorno, CRAPSOS è un acronimo che nasce dalle prime lettere delle parole Casa Residenza Anziani, Pronto Soccorso e Ospedale. Il tentativo era di creare una “parola nuova” in grado di togliere i trattini, purtroppo ancora presenti, in molti progetti di salute che coinvolgono Ospedale e Territorio.
La scelta del nome per questo Progetto è stata discussa e approvata da un Gruppo di lavoro composto da n° 64 Operatori appartenenti all’Azienda USL di Modena, al Nuovo Ospedale di Sassuolo e alle Case Residenza Anziani. Obiettivo del Progetto è l’implementazione di “percorsi protetti” per le Persone ospiti delle CRA, anche attraverso l’utilizzo di “pacchetti diagnostici”, condivisi e concordati tra Medici del Territorio e Ospedalieri.
- Autore/rice Lidia Goldoni
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Antonio Guerci - Già ordinario di Antropologia presso l’Università degli Studi di Genova, titolare della Cattedra UNESCO “Antropologia della salute – Biosfera e sistemi di cura” e curatore del Museo di Etnomedicina A. Scarpa.
Salute, benessere, equilibrio, felicità sono i termini più diffusi quando si parla della vita delle persone cui sono associati elementi, condizioni e requisiti per poterli raggiungere: cura, ambiente, relazioni sociali con gli altri esseri viventi- uomini, animali, piante- cultura, sogni e bisogni. Però in questi comparti essenziali emergono carenze, difficoltà, vuoto di idee e indirizzi, invalicabili per i soggetti fragili come gli anziani.
Se riavvolgiamo il nastro della nostra società occidentale, da dove possiamo ripartire?