Il TAM– Telefono Anziani Maltrattati- si basa sull'esperienza di un'Associazione denominata ALMA - Allô Maltraitance des Personnes Agées, che dal 1995 si occupa del problema in Francia attraverso una rete di centri d'ascolto che operano a livello locale. Adattando alla realtà italiana questo modello, nel 1999 la Fondazione LN-A Onlus ha dato vita a Milano al primo centro TAM. Nel 2001 la cooperativa Solimai ha aperto il centro di Udine, in convenzione con la sede di Milano.
Successivamente T.A.M. Udine è rimasto l’unico sportello attivo su tutto il territorio nazionale, fino al 2010, quando ha iniziato l’attività anche lo sportello di Ancona. Essendo un servizio di raccolta denunce e gestione dei casi di abuso su persone anziane, la speranza è quella di arrivare a coprire tutto il territorio con una rete capillare di “sportelli telefonici” - almeno uno per ogni Provincia - così come è stato fatto in Francia.
TAM non è soltanto un "telefono amico", ma è soprattutto una struttura di supporto che prevede interventi ad hoc in seguito alla telefonata, utilizzando per quanto possibile le istituzioni esistenti sul territorio. La sua struttura, composta da volontari e non, si articola in tre livelli.
Il primo è rappresentato dagli addetti all'ascolto, persone selezionate e appositamente formate per il riconoscimento dei maltrattamenti e per l'ascolto, che ricevono le segnalazioni e, per ogni caso di sospetta violenza, redigono un dossier, utile anche a fini epidemiologici.
I referenti costituiscono il secondo livello: sono professionisti con specializzazioni diverse (geriatri, assistenti sociali, psicologi, psichiatri, legali …) che decidono come gestire e portare a soluzione i casi segnalati dagli addetti all'ascolto.
Il Comitato Tecnico di Orientamento, composto da professionisti e da rappresentanti delle Istituzioni competenti (Regione, Provincia e Comune, ASL, Procura della repubblica, Questura, Polizia Municipale, Università, Ordine dei Medici) e delle Associazioni interessate al problema, costituisce infine il terzo livello, con funzioni di consulenza nei casi più complessi.
Con il contributo di tutte queste figure professionali, è stato possibile, nell’arco di 15 anni di attività rispondere a più di 2.000 telefonate e gestire più di 250 dossier. In generale, e in modo costante nel corso degli anni, i maltrattamenti denunciati con più frequenza riguardano vessazioni di tipo psicologico e abusi finanziari. Anzi, nella gran parte dei casi queste categorie vanno di pari passo. Una classica situazione di maltrattamento “familiare” presenta infatti una forzatura nella sfera emotiva affettiva allo scopo di ottenere vantaggi finanziari (ad esempio il ricatto di abbandono affettivo se non viene accordata una certa somma di denaro, o non viene intestata l’abitazione dove l’anziano vive).
A conferma di quanto detto, nella schiacciante maggioranza dei casi riportati, i maltrattatori sono gli stessi famigliari e, nel caso specifico, i figli - spesso denunciati dalle stesse vittime (i genitori) - che attuano abusi su madri, vedove, di età superiore ai 70 anni.
Questi numeri devono essere considerati per ciò che rappresentano: un dato statistico. Il fenomeno è sicuramente sottostimato, soprattutto per quanto riguarda gli abusi che si verificano all’interno delle strutture residenziali, dove la paura di ritorsioni o la mancanza di controlli da parte dei parenti, permettono il verificarsi di situazioni spesso agghiaccianti.
Una cosa è certa: la possibilità del verificarsi di un abuso cala drasticamente dove è più stretta la rete di protezione e la collaborazione tra i soggetti – istituzionali e non – che si occupano dell’assistenza. E’ un fattore questo che dovrebbe farci riflettere su quanto il fenomeno sia di fatto contrastabile con uno sforzo minimo rispetto al risultato.
Ma l’attività del TAM non si limita “solamente” alla gestione del servizio telefonico. Nel corso del tempo si è cercato di capire anche che cosa veniva fatto al di fuori dei confini nazionali. Contrariamente a quanto succedeva in Italia fino a pochissimi anni fa, infatti, in Europa si cominciava ad avvertire fortemente il problema del massiccio e veloce invecchiamento della popolazione (non contrastato da un altrettanto rapido aumento della natalità). Alcuni governi locali, specialmente quelli dei Paesi del Nord Europa, ma anche le stesse istituzioni europee, cominciavano a produrre documentazione e ad avviare progettazioni ad ampio spettro che tenessero contro di questo fenomeno: della necessità di adeguare l’ambiente in cui viviamo anche ai bisogni delle persone anziane, della possibilità di favorire un invecchiamento in salute e del dovere di mettere in atto politiche atte a prevenire – il più possibile – situazioni di fragilità e abuso.
E così TAM Udine è entrata in contatto con l’Associazione AGE Platform Europe. Attraverso di essa ha partecipato - insieme ad altre importanti organizzazioni italiane - ad alcuni progetti europei ed è entrata a far parte di iniziative e gruppi di lavoro tutti a livello europeo.
Il progetto europeo WeDO è stata la prima occasione per i professionisti del TAM Udine, di partecipare – come componenti di una coalizione italiana - allo sviluppo di un documento per la qualità dei servizi per persone anziane con bisogni assistenziali a lungo termine. Successivamente il TAM è entrato a far parte della Task Force denominata Dignified Ageing, gruppo di lavoro ristretto all’interno dell’AGE Platform Europe. Lo scopo è quello di identificare argomenti sensibili da proporre all’attenzione del Parlamento europeo per una loro trattazione, proporre tattiche efficaci per sensibilizzare le autorità locali, condividere buone pratiche, dati e tutto quanto possa servire a delineare con maggiore chiarezza il settore. Da ultimo, all’inizio del 2016 TAM Udine è stato anche tra i fondatori del Patto Europeo per il cambiamento demografico, organismo nato dalla conclusione del progetto
AFE – Innovnet, il cui obiettivo è la creazione di comunità compatibili con l’età avanzata della popolazione. Un punto sensibile comune a tutti i gruppi di lavoro riguarda il cambiamento di approccio culturale rispetto all’avanzare dell’età. Tutto oggi ci porta a considerare solo ciò che è nuovo, giovane e di veloce fruizione, dalla lavatrice allo sviluppo dei nostri contatti sociali. Di conseguenza, ciò che non sta ”al passo”, viene rapidamente escluso. Le abbiamo sentite pronunciare così spesso che queste parole sembrano ormai dei luoghi comuni. Può anche essere vero, ma è anche sostanzialmente la pasta di cui siamo fatti. Alcuni importanti progetti europei riguardano proprio il nuovo sviluppo di scambio intergenerazionale, fatto che fino a 40 anni fa era normale e non aveva certamente bisogno che gli si dedicasse un sostanzioso budget europeo. E questo è anche il motivo del successivo impegno del TAM Udine nella informazione e sensibilizzazione delle categorie professionali e degli studenti delle scuole secondarie rispetto al tema dell’invecchiamento in generale e dell’abuso in particolare. Da qualche anno infatti, e grazie a convenzioni stipulate ad hoc, i referenti ed i volontari del TAM, si incontrano periodicamente con gli studenti degli Istituti Professionali e con figure professionali a contatto con anziani per illustrare il panorama locale ed europeo e per raccogliere istanze sull’argomento che richiedono un approfondimento. Il futuro prossimo del TAM Udine continuerà su questi percorsi, nella speranza di essere affiancati da altri e nuovi centri di ascolto.
Nel link l'intervista a Francesca Carpenedo trasmessa nei giorni scorsi su RaiTV